Inter, la fretta è una brutta avversaria

Il gol di Bonucci è il riassunto delle paure attuali del pianeta Inter, spazzar via la palla più lontano possibile senza ragionarci troppo, nessuna invenzione e successivamente gol subito.

Chiaro, nell’Inter attuale nessun giocatore è in grado di tener palla, far salire la squadra e ragionare, uno come Pirlo insomma, ma al fatto dei pochi pensieri palla al piede c’è una crescente paura, un condizionamento che parte da lontano.

Mancini cambia spesso le formazioni, così esistono due correnti di pensiero, finché va bene sono elogi perché cosi tiene tutta la rosa concentrata e teoricamente cattiva, quando va male gli si dice che i giocatori entrano in confusione, che l’Inter non ha un modulo preimpostato e ci sono molte zone d’ombra nel gioco.

Oltretutto a spargere benzina ci si mette il silenzio stampa, ieri veritiero o no sulle condizioni di un Mancini apparso già molto spento durante la gara. con i tuoni creati da Ausilio, un tirar fuori gli attributi cui la squadra non risponde.

Ma allora, perché a centrocampo non si vedono grandi giocate? Quelle tipiche dei giocatori sicuri dei propri mezzi che esaltano il pubblico? Non si chiede a Medel di fare Messi, ma si chiede al pitbull di essere pitbull, si chiede a Melo di essere poco british e tanto Melo, perché il Bayern poteva anche insegnare che pressando e ragionando anche la Juve può andare in difficoltà, senza aver fretta e senza, sopratutto, aver paura.

 

 

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