Doppio derby d’Italia, sarà agonia o esaltazione? L’obiettivo, in realtà, è l’orgoglio

Nel giro di 4 giorni l’Inter affronterà per ben due volte la Juventus, per quella che, da sempre, è forse la rivalità più sentita del calcio italiano, in campo e fuori. Per questo, giocare due volte a distanza così ravvicinata rappresenta un possibile punto di svolta, sia per la squadra, ancora alla ricerca delle sicurezze perdute, che per i tifosi, vogliosi di rivincite, desideri di rivalsa e rimonte pazzesche. Questi bivii, però, nascondono anche delle insidie non auspicabili. Possono affossare e demoralizzare ulteriormente. È ancora troppo fresco il ricordo del doloroso e doppio 3 a 0 nella semifinale di andata di Coppa Italia contro la Juve stessa e nel derby contro il Milan. Purtroppo questo doppio incontro non si presenta sotto riflettori ben disposti: la trasferta a Torino è molto complessa di suo, soprattutto per una squadra che in trasferta non vince in campionato dal 6 gennaio. Un lungo e gelido inverno lontano dal Meazza per gli uomini di Mancini, che saranno poi chiamati all’impresa proibitiva mercoledì sera, cercando una finale molto difficile, anche perché i bianconeri non perdono a San Siro dal 2010.

Il tifoso interista però ci crede e il sogno di una grande doppia impresa fa capolino nella sua testa, seppur timidamente. Quando l’utopia lascia il posto al realismo, si scopre che un risultato positivo questa sera e una gran prova d’orgoglio mercoledì sera, al di là del risultato, potrebbero essere molto sufficienti per rendere più sereni e orgogliosi i tifosi. Perché è proprio di questo si tratta: suscitare e scatenare orgoglio, far scattare la molla dell’appartenenza a dei colori e alla storia di una squadra che, nel suo Dna, ha il dovere pazzo e sconsiderato di provarci sempre, magari non riuscirci per poco e rammaricarsi, ma con la consapevolezza di chi ha lasciato sul prato l’ultima stilla di sudore e di impegno. Il popolo nerazzurro sogna gloria, ma si accontenta di tornare a provare e vedere orgoglio. 

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