Prosegue l’intervista di Mauro Icardi con il Corriere dello Sport, tra gol, amore e il Papa.
Prima cosa, i gradi di capitano consegnati da Mancini a Icardi: “La responsabilità di fare da guida al gruppo la sento, ma abbiamo tanti elementi esperti e nel gruppo siamo 7-8 capitani. Quando devo parlare o incoraggiare i compagni lo faccio. All’inizio Zanetti mi ha detto di sfruttare questa occasione, perché portare la fascia da capitano dell’Inter è bello, ma non mi dà consigli. Ognuno ha il suo stile di fare il capitano“.
Da capitano il primo problema è coesistere con i compagni, primo fra tutti, Jovetic. “Con lui ho un ottimo rapporto e lavoriamo per far bene all’Inter. Probabilmente abbiamo un modo diverso di giocare perché lui preferisce andare incontro e avere la palla tra i piedi, mentre io sono più uomo d’area, ma non è vero che tra noi non è scoccata la scintilla e che non possiamo giocare insieme. Vedrete che cresceremo“.
Milano, gioie e dolori, ma anche spaventi, come la rapina dello scorso anno: “Avevo appena parcheggiato la macchina ed ero insieme a un mio amico e a Wanda. Mi si è avvicinata in moto questa persona con la pistola e ha urlato di dargli l’orologio. Ha provato a prenderlo e io volevo resistere, ma poi mia moglie si è messa a piangere, aveva paura, mi ha detto di darglielo e ho pensato che sarebbe stato stupido non farlo anche perché sono assicurato. Non ho avuto neppure il tempo per avere paura perché è successo tutto in fretta e così alla fine ho detto a Wanda e al mio amico che dovevamo andare a mangiare. Tanto ormai era successo. Ma non influisce su me e Milano, assolutamente no. La mia famiglia e io stiamo bene in questa città e qui voglio vivere a lungo. Quando con i dirigenti trattavamo il prolungamento, ho detto chiaramente che volevo restare. Le offerte per andare altrove c’erano, ma io avevo chiaro in mente che era meglio restare qua”.
A gennaio l’hanno cercata il Wolfsburg e il Manchester United? “Qualcosa ho sentito, ma io voglio restare all’Inter. La mia risposta, ad esempio a Wolfsburg e Manchester United sarà sempre la stessa: voglio restare qua. Se il Manchester mi cercherà, non sarà né la prima né nell’ultima società che posso rifiutare. Mi sento bene a Milano e non intendo andarmene. La società ha un grande progetto e sta facendo grandi investimenti per tornare a vincere e io voglio dare una mano. Se dicono che costo 40 milioni mi fa piacere, ma io devo dimostrare in campo il mio valore. E l’unico modo che ho di riuscirci è segnare il più possibile“.
Capitolo amore, moglie e procuratore, Wanda Nara: “Mia moglie è brava. Cerca sempre buone opportunità per nuovi contratti pubblicitari“.
Nessuna frase ad effetto con lo stile “tifo Inter da piccolo”, anzi i gusti son chiari: “Tutti sanno che la mia squadra del cuore fin da bambino è il Newell’s, ma già anni fa con un mio amico italiano alla playstation ho sempre usato l’Inter perché mi piacevano i suoi giocatori. All’Inter sono legato e felice di farne parte. La percezione di poter diventare un calciatore l’ho avuta arrivando in Italia. A Barcellona hanno un grande settore giovanile, ma solo pochi di quei ragazzi arrivano in prima squadra. Sapevo che dovevo cambiare strada».
Domani Juve-Napoli sarà anche Dybala-Higuain, ma il capitano non si lascia intimidire: “Io sono Mauro Icardi e non mi piace invidiare qualcosa agli altri. Ciò premesso, di Higuain mi piacerebbe avere l’abilità di segnare ad ogni pallone toccato. E’ eccezionale. Di Dybala ammiro come va a prendere il pallone e come riesce a inventare gol incredibili. In Argentina siamo cresciuti con pochi lussi e senza videogiochi. Noi andavano in strada a giocare a calcio, con la fame di conquistarci quello che tanti coetanei in Europa avevano. Ci siamo riusciti».
E dopo le stelle argentine in attacco ora anche il Papa è argentino: “E’ fantastico. L’ho conosciuto in occasione della partita della pace di Zanetti e ha benedetto il pancione di Wanda che aspettava Francesca. E’ stata un’emozione“.