Fredy Guarin: anima, cuore, ma anche errori, di un guerriero mai esploso. E le parole di oggi di Mancini…

La notizia sembra farsi sempre più reale: la possibile partenza di Fredy Guarin in direzione Cina, è un’ipotesi più che viva. Il giocatore colombiano sta valutando in queste ore il possibile addio ai colori nerazzurri. Nella sua avventura milanese ha fatto esultare, ma anche arrabbiare, i tifosi nerazzurri. Giocatore in grado di giocate pazzesche, alternate ad errori grossolani. Capace di sbagliare qualcosa di clamoroso e un minuto dopo risolvere una partita con una giocata delle sue. Arriva nel capoluogo lombardo a gennaio del 2012, dopo aver vinto l’Europa League con il Porto l’anno prima. Certamente non approda in una delle migliori Inter di sempre, con sulla panchina Claudio Ranieri, sostituito dopo pochi mesi da Andrea Stramaccioni. È proprio quest’ultimo che farà esordire Fredy nella partita contro il Genoa, in cui il colombiano si procura anche un rigore.

In quel finale di stagione, Guarin mette in mostra il suo talento, facendo sperare che possa essere lui il giocatore da cui si potesse ripartire per tornare grandi. Nelle tre stagioni successive diventa un titolare fisso, collezionando addirittura 47 presenze nella sua prima stagione completa in nerazzurro. Le sue prestazioni, però, non sono sempre all’altezza del suo talento. Facendo un esempio scolastico, è il tipo alunno che un professore descriverebbe come “Ha le capacità, ma non si applica”. Questo è quello che traspare in alcune partite giocate dall’ex Porto. Forse è per questo che ogni finestra di mercato sembra sempre lui il possibile partente. Nel gennaio 2014 è addirittura ad un passo dalla Juventus, inserito nello scambio con Mirko Vucinic. L’affare sembra praticamente fatto, quando i tifosi di fede nerazzurra mandano tutto all’aria, con una protesta davanti alla sede del club. Affare bloccato e Guarin può tornare a riempire il suo armadietto alla Pinetina.

In 14o presenze con la maglia nerazzurra, il Guaro è andato a segno 23 volte. Indimenticabile la sua doppietta nella partita a Bergamo contro l’Atalanta, nella vittoria per 4-1 contro gli orobici. In questa prima parte di stagione ha messo il pallone in rete per una sola volta, ma è forse il gol più importante per i tifosi nerazzurri, perché è quello che ha portato la vittoria i nerazzurri nel derby contro il Milan. Lasciando perdere le prestazioni, c’è da dire che Guarin è sempre stato un giocatore che ha giocato con l’anima e il cuore per i colori nerazzurri, mettendo in campo tutto quello che poteva. Proprio per questo, ogni tanto, ha risposto anche alle provocazioni dei tifosi nerazzurri, che lo beccavano al termine di prestazioni non proprio eccellenti. Da ricordare la lite con alcuni tifosi della Curva Nord, al termine del match perso contro il Sassuolo, dove Icardi e Guarin hanno risposto in maniera un po’ troppo accesa alle provocazioni.

Oggi intanto Mancini, in conferenza stampa, ha affrontato così il discorso relativo al colombiano (QUI LA CONFERENZA COMPLETA): “Guarin? Non conosco queste cose di mercato, ho visto che è scritto ma non so. Gennaio è un mese un po’ fastidioso per questo motivo. Spero resti con noi, se è in forma può essere un grande giocatore. Soriano è diverso da Guarin ma è migliorato molto anche lui. Se io fossi un giocatore di 30 anni e ricevessi un’offerta dalla Cina di 8 milioni all’anno? Dipende da dove gioco, da cosa sto facendo, non so se accetterei. Un giocatore a 30 anni è ancora nel pieno della maturità, dipende da quelli che sono gli obiettivi“. Mancini ha provato timidamente a dire di voler continuare ad avere Guarin in squadra, ma in realtà se n’è quasi “lavato le mani”. Dalle sue parole traspare poca voglia di trattenere il numero 13 nerazzurro dinanzi ad un’offerta importante, specie se al suo posto dovesse arrivare un giocatore del calibro di Soriano che tanto sta facendo bene alla Sampdoria.

Nonostante tutto questo, è difficile dare un giudizio complessivo su Guarin: c’è chi lo ama, chi non lo può vedere, c’è chi è indeciso e chi invece sa che quello che vede in campo, non è tutto il suo talento. Tante critiche gli si possono additare, ma sicuramente non quella di non amare i colori nerazzurri, che ha sempre difeso, dentro e fuori dal campo.

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