Il 2015 di Mancini (o poco più)

Roberto Mancini sottolineando come il Natale potesse essere ancora più dolce, ha ricordato che saranno feste da capolista, che un errore ci può stare ma che per la battaglia l’Inter c’è e ci sarà.
A fargli eco si è aggiunto anche il numero 10 Steven Jovetic che in un post sulla sua pagina Facebook, ha ricordato come sia stato un peccato aver perso l’occasione di allungare ancora vincendo sulla Lazio ma augurava a tutti un lieto Natale ed un felice anno nuovo da primi in classifica.
Già, l’anno nuovo. Chissà cosa riserverà per i colori nerazzurri? Perchè l’anno appena trascorso di sorprese e di cambiamenti ne ha portati parecchi.

Un anno e poco del Mancini 2.0 eppure sembra passata un’era, una rivoluzione, un’autentica trasformazione.

Si è partiti il 23 novembre 2014 dal derby Milan-Inter 1-1, reti di Jeremy Menez e pareggio dell’oggetto misterioso Joel Obi. Tutta un’altra Inter, chiusa e prigioniera delle sue paure, in balia di anni fallimentari e piegata al provincialismo, ma da lì è cambiato tutto.
La prima cosa a cambiare e la cosa su cui il Mancio ha puntato fin da subito è stato il cambio di mentalità, la presa di coscienza dei propri mezzi e la consapevolezza di giocare in una delle squadri più forti e blasonate al mondo.

Da quel giorno sono passate 43 partite, tanti tentativi, qualche fallimento, molti moduli, 2 capitani, molti giocatori ed una sola certezza: l’Inter deve tornare grande.

Al momento il tecnico jesino sembra essere riuscito nei suoi intenti. Anche lui stesso ha ripreso confidenza con l’Italia e con il suo calcio, ha abbandonato un po’ l’aplomb british per rituffarsi nel caldo, umorale, viscerale e pazzo ambiente nerazzurro.

Il mister ha innalzato un muro difensivo, ha dato fisicità e spessore al centrocampo, ha imbastito classe ed arte in attacco ma soprattutto ha rivoltato una squadra, una società, una rosa e ha formato una famiglia, un gruppo, una banda al servizio della maglia nerazzurra.

Non si sa come andrà a finire, ma questo è sicuramente stato un difficile ma dolcissimo anno manciniano.

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