PAGELLONE 2015 (NUOVI ARRIVATI) – Miranda e Murillo le sorprese più dolci, gli altri…

A fine anno è tempo di pagelle e di voti, anche per i giocatori nerazzurri arrivati nella sessione estiva, ovviamente c’è chi ha convinto di più, come la difesa granitica, e chi di meno, come il tanto atteso Kondogbia, ma ora vediamoli più nello specifico.

KONDOGBIA, 5.5 Non possono bastare due partite più che sufficienti per ripagare lo sforzo economico fatto per acquistarlo. Le potenzialità sono enormi e ogni tanto si riescono ad intravedere, ma serve molto di più. La sensazione è che sia un leone in gabbia, la speranza è che da gennaio leone torni a ruggire come sa fare sui campi di calcio.

JOVETIC, 6. Inizio stagione da sogno, prestazioni e goal veramente decisivi, poi un leggero calo. Il montenegrino sta comunque facendo il suo lavoro in tutte le fasi, e il suo compito di fare da collante tra la prima punta ed il centrocampo è indubbiamente meno visibile di altri, ma incredibilmente importante. È un campione, se sta bene può svoltare una partita con una giocata, ottimo acquisto.

ALEX TELLES, 6.5. La gestione di Mancini dei terzini è stata fin qui per lo meno strana, ha rispolverato giocatori che erano ormai quasi fuori rosa come Nagatomo e D’ambrosio, ha sempre escluso dal campo Montoya per poi fargli giocare 3 partite di fila, ha chiesto Telles e non raramente l’ha fatto accomodare in panchina. Il brasiliano però è probabilmente quello che sulla costanza ha dimostrato di più e ha offerto le migliori prestazioni, svolge bene le due fasi e sulle punizioni può davvero essere un arma in più con il suo sinistro.

MONTOYA, 5.5. Questo voto è legato solo alle ultime 3 partite. Senza nulla togliere allo spagnolo, una valutazione più corretta necessità più tempo. Ovviamente Montoya ha delle qualità, non si gioca nel Barcellona per caso, ma a San Siro deve ancora dimostrale tutte o quasi. Staremo a vedere se gli verrà data ancora fiducia o se a gennaio tornerà subito alla base.

LJAJIC, 7. L’ex Roma sta mettendo tutti d’accordo. Le qualità sono di quelle raffinate, il talento è sopraffino, ci vuole ancora un po’ di continuità, ma se Adem riuscirà a trovarla potrà davvero essere un crack per i nerazzurri, e il riscatto da pagare alla Roma di 9 milioni sarebbe praticamente cosa certa.

MURILLO, 7.5. Un giocatore fantastico, in coppia con Miranda formano una coppia granitica. Arrivato dal Granada per 8 mln, si parla già di un valore di mercato intorno ai 35 mln e degli occhi delle top squadre europee sul colombiano. È atletico, veloce, forte, tattico, ha anche trovato il goal, l’Inter ha fatto jackpot.

MIRANDA, 7.5. Stesso discorso fatto per Murillo, con la differenza che è un giocatore già formato completamente. Non è un caso che fosse un pilastro del roccioso Atletico di Simeone, squadra che prendeva pochissimi goal. Non è più giovanissimo, ma un 3 anni ad altissimi livelli li può ancora fare, dando tantissimo alla causa nerazzurra, orfana di un leader difensivo dai tempi di Samuel e Lucio.

PERISIC, 6. Il croato ha dimostrato solo a sprazzi il suo valore, che apparentemente sembra alto. La Bundesliga è completamente diversa dalla Serie A, e questa cosa bisogna metterla in conto quando prendi un giocatore dal campionato tedesco. Ha enormi margini di crescita, nonostante stia tutto sommato facendo bene.

FELIPE MELO, 6.5. È un combattente nato, per il centrocampo è fondamentale il suo apporto. Mancini lo ha voluto fortemente e la fiducia è stata ripagata con prestazioni da vero leader e anche un goal decisivo contro il Verona. Croce e delizia di questa Inter, che però è stata pesantemente tradita dal brasiliano contro la Lazio. Senza quella gara vicina alla follia (e senza le ultime prestazioni in calo) il voto sarebbe stato anche più alto.

BIABYANY, 6.5. È tornato dopo un lungo periodo di degenza. Mancini gli ha aumentato pian piano il minutaggio ed è tornato a livelli straordinari. Fa la differenza, ha iniziato la sua seconda esperienza nerazzurra al meglio: infatti quando è partito dal primo minuto l’Inter ha sempre raccolto punti quest’anno (eccezion fatta per l’ultima partita con la Lazio). Un portafortuna, o meglio ancora un giocatore dalla grande velocità che si sacrifica in difesa e che è una spina nel fianco degli avversari in fase offensiva: sarà sicuramente un’arma in più per Mancini nell’anno che sta per arrivare.

MANAJ, S.V. Troppo poco il minutaggio collezionato fin qui per dare una valutazione precisa: le qualità di base, però, ci sono eccome.

Impostazioni privacy