Editoriale – Tanto rumore per nulla? Il tempo sarà galantuomo…

La Gazzetta dello Sport, come si suol dire, ha acceso la miccia, gli altri si sono accodati. Stamane la stampa sportiva era tutta concentrata e fossilizzata sulla presunta spaccatura verificatasi all’interno dello spogliatoio nerazzurro. Si è partiti da Mancini vs Jovetic e Icardi vs Melo per poi coinvolgere Ljajic, Guarin, l’intero clan brasiliano, quello balcanico, Wanda Nara e i giornalisti giapponesi, venuti appositamente dall’Estremo Oriente per Nagatomo e delusi dal non aver visto giocare il loro beniamino Yuto. Una faida inconciliabile, latente da tempo ed esplosa alla prima difficoltà. D’altronde, in uno spogliatoio con miriadi di nazionalità differenti, è normale che prima o poi emerga un’inconciliabilità di fondo.

E’ incredibile come tutte le testate posseggano spie e talpe ad Appiano Gentile e negli spogliatoi del Meazza con le quali scoprire le trame e le rivalità che si nascondono, o almeno, si nascondevano fuori dai campi. Per questioni di credibilità, atteniamoci alla versione della Rosea, la quale ha riportato per prima lo scoop e ha narrato in maniera dettagliata il susseguirsi degli screzi. Il titolone parlava di una doppia litigata, quella tra Jovetic e il proprio allenatore e quella tra Icardi e Melo, principale colpevole della sconfitta. Andando a leggere l’articolo, si evince come la lite tra Icardi e Melo sia consistita in un semplice botta e riposta ad alta voce di un paio di minuti in cui il brasiliano, oltre a rispondere al bomber argentino, ammetteva anche la propria responsabilità. Non ci sarebbe nulla di eclatante, considerando soprattutto il fatto che Icardi è il capitano dell’Inter e, di certo, redarguire Melo è stato un atto quasi dovuto, di buonsenso, degno di un vero leader di gruppo. Non serve essere assidui frequentatori di spogliatoi di Serie A per immaginare che, dopo una sconfitta cocente, possano esserci degli accesi scambi di vedute e opinioni. Dopotutto, se si lotta per un obiettivo importante, un passo falso nel momento migliore è quanto di peggio si voglia evitare ed è normale che un po’ di rabbia scorra nelle vene dei giocatori, soprattutto di quelli più “calienti”. Lo sfogo di Buffon dopo la sconfitta di quest’anno della Juventus col Sassuolo si può collocare sulla stessa lunghezza d’onda.

Il fattaccio riguarda però Jovetic e Mancini: tra i due sarebbero volate parole grosse e  si sarebbero resi necessari addirittura due pacieri per evitare una degenerazione. Non ci permettiamo assolutamente di contestare la veridicità dell’accaduto, rispettosi del lavoro di chi scrive, si informa e informa. Crediamo però opportuno che, a fronte di due smentite ufficiali, non ci si debba subito fiondare su eventuali congetture e terremoti. Aprendo l’home page online della Gazzetta (oggi inattiva per sciopero e al quale va la nostra solidarietà per quanto sta accadendo), si ha il piacere di vedere un articolo recitante “EpicBrozo, selfie e sorrisi, sembrava un’Inter felice…”. Leggendo il contenuto si nota un atteggiamento più cauto, prudente, che conferisce importanza al tweet immediato di Mancini, ma l’impressione iniziale che si dà è quella di una squadra che ha imboccato la via dello sfascio, della dissoluzione del gruppo. Non serve aspettare quanto meno il rientro dalle feste e l’andamento delle prime partite di gennaio per tirare le somme su quest’increscioso episodio e sulle sue possibili ripercussioni? Non è frettoloso, come tanti giornali hanno oggi fatto, ipotizzare la fine dell’isola felice durata così poco?

Siamo stati i primi a dire come l’Inter si fosse presentata disattenta, poco concentrata e con zero verve nella partita di domenica sera, eccessivamente distratta da disparate cene festive e scatti forse troppo ridondanti. Analizzare le cause di una debacle è un dovere, scoprire ciò che succede rientra nei compiti di un giornalista, ma trarre già delle conseguenze inossidabili e far emergere l’idea di una squadra già disunita e spaccata è forse troppo. Equilibrio, nel bene e nel male. Empoli e Sassuolo ci diranno come l’Inter ha assorbito l’ultimo passo falso e gli eventuali dissapori successivi. Nel frattempo, ci si concentri maggiormente su ciò che il campo ha finora recitato, che tutto sommato, non è così male. E solo nel caso in ui Jovetic non dovesse giocare più e l’Inter finisse in una spirale negativa di risultati, si trarrà ciò che finora può essere solo lontanamente immaginato.

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