Editoriale – Il rovescio dell’ “Epic”

Troppe cene? Troppi selfie? Troppe pose “epiche”? Troppa atmosfera di festa anticipata? Troppa ostentata sicurezza?

Forse un po’ di tutto, ma ciò che conta è che stasera l’atteggiamento è stato troppo sbagliato. Abbiamo assistito a un’Inter molle, poco volitiva, senza mordente, incapace di gasarsi anche dopo il momentaneo pareggio di Icardi, l’unico a salvarsi in una serata dove ognuno può essere ritenuto colpevole. Mauro è sempre il più bersagliato di tutti, non ha intesa con i compagni, pensa troppo a Wanda, ostenta gli orologi di lusso, però arriva una palla e la tramuta in oro, mostrando di avere quella grinta che ad altri è mancata totalmente. Perché non è affatto grinta quella che ha messo Melo in condizione di saltare sul collo di Milinkovic-Savic in occasione del rigore e di abbattere Biglia con un colpo da karateka. E’ solo mancanza di lucidità, di raziocinio, quando la testa non è perfettamente connessa e focalizzta sull’obiettivo da raggiungere. Una mancanza riscontrabile in tutti coloro che stasera si sono resi partecipi di una prestazione orripilante, di cui Felipe Melo non può e non deve essere il capro espiatorio, ma semmai il simbolo, la figura riassuntiva perfetta.

Sarà stata l’aria da primo posto a far venire le vertigini e a inebriare i vari giocatori? Sarebbe strano, dopotutto l’Inter è stata diverse volte in testa in questo campionato e finora non si erano palesati questi cali di concentrazione evidenti e allucinanti. Sarà stato il vantaggio un po’ più consistente sulle rivali a determinare il rilassamento? Sciocchezze, cosa vuoi che siano 4 punti quando mancano più di 20 giornate? Sarà stata la convinzione, dopo la facile vittoria di Udine, di poter fare un solo boccone di chiunque? Probabilmente sì. Dopo l’onorevole sconfitta di Napoli e le due successive vittorie, quest’Inter ha cominciato per la prima volta a raccogliere consensi generali e, forse, ciò ha comportato uno specchiarsi, un fermarsi un attimo per guardarsi attorno e scoprire come si stava bene da primi della classe con tutti che ti applaudono e rimangono estasiati e divertiti davanti ai mille scatti “epic”. 

Peccato che i tanti accorsi al Meazza e seduti davanti ai televisori di epico, stasera, abbiano visto ben poco. Perché non è stata epica la performance, passiva e senza mai la volontà di dare una scossa, non sono stati dunque epici i giocatori e nemmeno l’allenatore, che non ha colto i segnali che questa partita ha dato sin dall’inizio e non è stato bravo abbastanza da prevedere e bloccare questo rilassamento. Non era epica nemmeno questa Lazio, tutta corsa e ripiegamenti, un tiro indovinato dopo due minuti e un regalo che per poco nemmeno riusciva a scartare. Siamo stati il rovescio dell'”Epic”, l’esatto contrario. Siamo una squadra che deve tenere sempre alto il proprio livello di concentrazione per ottenere ciò che vuole. Questa è stata la serata giusto per capirlo.

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