Fassone a SportItalia (Terza Parte): “Inter non schiava delle banche. Cessioni di Kovacic e Shaqiri: eccome com’è andata”

Ospite a SportItalia, Marco Fassone parla della sua esperienza appena conclusasi con la famiglia nerazzurra. Ecco la terza parte delle sue dichiarazioni: “Se dopo Napoli, Juventus e Inter ora vado al Milan? No ora mi godo la famiglia, vedremo quel che accadrà. La trattativa di Mr. Bee non è come quella di Thohir: ne so poco della trattativa riguardante il Milan, ma Thohir era chiaro che volesse la maggioranza, qui no.Le banche? Oggi sono importanti, a Milano siamo stati costretti a un’operazione di rifinanziamento sostanziale, poi fatto anche dalla Roma. Inter vittima delle banche? No, nel rifinanziamento hanno fornito 230 milioni senza garanzie personali come si faceva prima: quindi il progetto è stato ritenuto solido e importante“.

Poi il discorso ritorna sul mercato: “Follia o opportunità cedere Kovacic? Mateo è uno dei giocatori più di prospettiva e di talento in circolazione, fu bravo Moratti a prenderlo per una cifra non eccessivamente alta. Ci siamo trovati di fronte a scelte che dovevamo fare, per acquisire giocatori funzionali al progetto abbiamo dovuto trovare 2-3 giocatori da cedere. Quando a metà agosto non erano ancora stati fatti incassi sufficienti per finanziare il mercato siamo stati costretti a cedere Mateo. Dispiace dal punto di vista calcistico ma penso sia stata un’operazione favorevole dal punto di vista economico. La nostra modalità di pagamento? Quando società come l’Inter ha vincoli dal punto di vista finanziaro e del FPF, o non fai mercato o utilizzi il nostro metodo del prestito con obbligo, anche se è difficile convincere gli altri club. Perisic, per esempio, alla fine lo abbiamo acquistato a titolo definitivo, non sono riuscito a convincerli. Se nel mercato estivo abbiamo ricevuto qualche no? Io e Ausilio abbiamo fatto molte telefonate, qualche no l’abbiamo ricevuto. Non faccio nomi, dico che De Laurentiis mi ha detto un no. Allan? C’è stata qualche chiacchierata ma mai una trattativa. Shaqiri era uno dei due esterni per far giocare a Mancini col tre attaccanti, lui e Podolski erano le due opportunità possibili sul mercato di gennaio. Dopo pochi mesi ci si accorse che non era adatto al gioco di Mancini e quindi lui era, insieme a Kovacic, uno dei due-tre giocatori papabili per essere ceduti. Lui ha impiegato tempo per scegliere tra le tante offerte che gli erano arrivate da Germania e Inghilterra“.

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