GdS – Il ritorno di Biabiany, entusiasmo e velocità per la nuova freccia di Mancini

Chi ha pensato di dover smettere col pallone e poi si ritrova a rincorrerlo con un sorriso ha grinta in più, Jonathan Biabiany col Palermo ha portato quell’esplosività che ai nerazzurri manca da un po’ di tempo.

Jonathan Biabiany, anzi secondo La Gazzetta dello Sport è Jonathan Begora, in quanto il giocatore agli inizi della carriera aveva il cognome della mamma, un talento scovato da Pierluigi Casiraghi, attuale responsabile degli osservatori all’estero del settore giovanile nerazzurro, che nel 2004 porta all’Inter 3 talenti, Begora, Belaid (ora in Tunisia), Lumbilla (ora in Bahrein), ma a colpire è il primo, piccolino e svelto, giusto da “scolarizzare” calcisticamente in Italia.

Per convincere la squadra di Begora, il Blanc Mensil, bastarono 20mila euro, undici anni più tardi e il cognome del padre sulle spalle per Biabiany è l’inizio di una nuova vita, con quel cuore ballerino che ha provato a fermarlo, lo stesso cuore che avrà palpitato dall’emozione dell’ottima prova col Palermo, l’assist per Perisic nel gol e ancor prima un pallone rubato a Vazquez con la grinta di chi, quel pallone, pensava di non rivederlo più.

Ora Mancini ha una vera e propria freccia in attacco, anche se lo stesso Biabiany si dice convinto di aver un’autonomia di 60 minuti, ideale staffetta con Ljajic, mettere velocità e fantasia ad un reparto che pare inceppato, ma che con le giuste mosse può regalare con i fatti i gol promessi sulla carta.

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