Capitan Icardi, dove sei finito?

Era tra gli uomini più attesi ieri, Mauro Icardi incontra la “sua” Juve, nel senso di vittima preferita dal bomber nerazzurro, statistiche alla mano e grandi ricordi per il capocannoniere della scorsa serie A sembrano antipasto per show, invece, zero tiri, zero conclusioni, tanto autoscontro con Chiellini, dov’è l’errore?

Partiamo dal principio, le critiche su Icardi ci sono perché ci ha abituato male, o ,sponda interista, molto bene, 22 gol lo scorso anno quando sorreggeva da solo una corazzata brancaleone, quest’anno sulla carta si trovano esterni Jovetic e Perisic ed il pensiero va a quanti gol farà Mauro con questa classe in avanti.

Ti aspetti già 10 gol in 8 partite, perché con Icardi è giusto esagerare, ne trovi 2 in 7 partite, in una stagione iniziata male col fastidio fisico all’esordio con l’Atalanta e due soli gol, quello da tre punti col Chievo e quello inutile con la Fiorentina, troppo poco.

Con i numeri si va contro Icardi, non segna, ma con il gioco a finir sotto processo è il reparto avanzato nerazzurro, c’è da chiedersi che se ne fa un’allenatore di uno come Maurito se poi non gli si ricama addosso tutto il gioco, non gli si fanno arrivare palloni d’oro, non inteso come trofeo, e non lo si fa giocare fisso davanti all’area di rigore, come un Bobo Vieri, come Milito.

Icardi come Milito, si, il Milito post Triplete che faticava da morire per segnare salvo poi esplodere con la cura Leonardo, Maurito può seguire questo esempio sapendo che la medicina migliore per un attaccante è il gol, poi nel suo dna è semplice risalire o gestire situazioni complicatissime, sperando che quella fascia di capitano non gli faccia subire l’involuzione tecnico-tattica del suo predecessore Andrea Ranocchia.

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