GdS – Gli incroci mai banali di Mancini con la Juve

Inter-Juventus significa molto spesso Calciopoli, fatto che da entrambe le tifoserie viene vissuto con sentimenti opposti, Mancini la parola Calciopoli l’ha vissuta con primo scudetto della sua Inter, ma è un periodo calcistico che preferisce non discutere.

La Gazzetta dello Sport ripercorre gli intrecci tra Mancini e la Vecchia Signora, da calciatore corteggiato più volte ma rimasto legatissimo a Mantovani e alla Sampdoria, in bianconero finisce il suo “Gemello del Gol” Vialli, ma il sogno era sempre avere quel numero 10.

Da allenatore Mancini professa che l’attesa deve finire, l’Inter non batte la Juve dal 16 aprile 2010, era l’annata del Triplete e il boato al gol, bellissimo, di Maicon, a San Siro si ode ancora.

Nel 2011 Mancini rispose così a chi parlava di Calciopoli: “Sul campo la mia squadra ha vinto due titoli, l’altro ce l’hanno assegnato per malefatte altrui. Per me il caso è chiuso“.

Un Mancio poco polemico, figlio di quegli anni inglesi che gli hanno fatto apprezzare il calcio giocato, non quello polemico, cosi oggi l’allenatore si arrabbia il giusto perché arrabbiarsi ripetitivamente lo farebbe cadere nella ripetitività.

Mancini e la Juve però significano anche Champions con il Galatasaray, quando con Sneijder eliminò i bianconeri due anni fa, salvo poi affrontarli in campionato lo scorso anno, nell’andata ci fu la quasi rissa con Osvaldo che decretò la fine dell’italo-argentino con l’Inter, al ritorno una gara condotta con leggerezza costò la papera di Handanovic sul gol di Morata. Anche per ricordi cosi Mancini dice che è ora che l’attesa finisca.

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