GdS – Zac: “Con il 4-2-3-1 l’Inter vale Juve e Roma: anche nel Triplete la svolta arrivò con questo modulo”

In un calcio dove i numeri nel modulo di gioco valgono pronostici e risultati, ecco che l’Inter disegnata col 4-2-3-1 a detta di molti allenatori può valere Juve e Roma, di questo ne è convinto anche Alberto Zaccheroni, maestro del 4-3-3 e di un calcio propositivo e offensivo.

La Gazzetta dello Sport raccoglie le idee dell’allenatore di Cesenatico che parte con una premessa: “Il sistema di gioco deve evidenziare i pregi di una squadra e nasconderne i difetti. Oltre che dalle caratteristiche, tutto poi passa dalla condizione e sopratutto dall’atteggiamento degli interpreti. Un bel 4-2-3-1 lo sta proponendo la Fiorentina, ma anche il Napoli ha saputo passare al 4-3-3 perché in campo tutti ci mettono la giusta intensità“.

Parlando di Inter invece Zac si esprime cosi: “Mancini ha a disposizione gli uomini giusti per il 4-2-3-1. Gli esterni alti ci sono. Uno è Perisic, l’altro Biabiany, perfetto perché ha velocità ma anche capacità difensive. Non dimentichiamoci che a Parma ha fatto anche il terzino“.

A proposito di esterni viene in mente il discusso Ljajic: “Il serbo è più trequartista, ma se si ambienterà e troverà quella continuità che gli è mancata in carriera non avrà problemi ad agire pure da esterno. Vedo più lui di Guarin, che può adattarsi a destra, ma è un centrocampista atipico, il più bravo ad attaccare se parte da lontano. Mentre per me Palacio e Jovetic sono delle seconde punte“.

Sul dilemma seconda punta o esterno salta il nome di Stevan Jovetic: “Jovetic non può fare l’esterno, tanto meno nel 4-3-3. Può dialogare centralmente con il centravanti, ma anche fare a sua volta la prima punta. E’ praticamente impossibile che un sistema di gioco permetta ad un allenatore di schierare 11 giocatori nella posizione ideale. Qualcuno dovrà sempre sacrifcarsi“.

Parlando di sacrificio si ricorda l’ultima Inter vincente, quella del 4-2-3-1 del Triplete con Eto’o e Pandev reinventati esterni: “Eto’o e Pandev accettarono quel sacrifico nel ritorno degli ottavi contro il Chelsea. Lì arrivò la svolta e si convinsero che la strada giusta era quella. Ma se Mourinho avesse chiesto a Eto’o di fare il terzino non nella partita della vita ma in campionato contro una piccola squadra il camerunese lo mandava a quel paese“.

Sull’Inter attuale come si trova la quadratura perfetta, a questo Zaccheroni risponde cosi: “Le partite si decidono a centrocampo, se non gira quello non trovi continuità nemmeno in difesa e attacco. Melo e Medel formerebbero un muro, ma vedo di più uno dei due con Kondogbia. Con quelle leve lunghe il francese ha bisogno di campo davanti a sé. Adesso fatica, andrebbe visto in allenamento per capire come ragiona. L’Inter ha una rosa notevole, ma inferiore a Juve e Roma. Un gap che si può colmare con la grinta e qualche invenzione tattica“.

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