Come Dottor Jekyll e Mister Hyde, questa Inter è sempre più preda di se stessa

Una partita che inquadra esattamente lo sviluppo dell’ultima stagione, anzi a dire il vero delle ultime quattro anche se con modalità varie. La sconfitta di ieri contro la Juventus fa male, alla squadra così come a tutti i tifosi, non solo perchè arrivata contro gli storici rivali bianconeri, non solo perchè arrivata contro la squadra B della Juve e nemmeno perchè sono ormai cinque anni che i nerazzurri non riescono ad avere la meglio nel “Derby d’Italia”.

Questa sconfitta fa male a tutti ed è forse più bruciante degli scialbi pareggi casalinghi contro Parma, Chievo e Cesena. Nulla da togliere ad una Juventus che è in stato di grazia come l’Inter del  2010 e che ora vincerebbe anche giocando con la Primavera perchè, si sa, quando hai il vento favorevole tutto riesce facile. La cosa più allarmante perè è proprio quanto questa Inter sia sempre in grado di rivelarsi il peggior pericolo per sè stessa. Una roba da fare invidia al Dottor Jekyll e Mister Hide di Stevenson.

Quella di ieri poteva essere davvero l’occasione di dare continuità a uno dei rarissimi periodi positivi di questa stagione, una striscia di prestazioni in crescita, da imbattuti e con delle speranze europee di nuovo accese anche se ormai il grande obiettivo dell’Inter è diventata l’Europa League, e questo è un altro indice chiaro della mediocrità di questa squadra. Nonostante la tensione con cui spesso si vive la sfida con la Juve, a prescindere da tutto, hai anche l’occasione di passare in vantaggio nei primi minuti con un gol casuale, ma meritato.

Cosa chiedere di più? Hai di fronte una squadra che pur giocando con molte seconde linee, sembra essere proprio altrove con la testa. Magari a Roma o a Berlino dove la posta in palio sarà ben più alta di quella di ieri. Eppure l’Inter, pur se con un’apparente volontà di imporsi, non riesce a segnare la seconda rete (o meglio, Brozovic ci era riuscito…) e quando giochi con supponenza prima o poi rischi di pagarla cara. Soprattutto se ti affidi a un “regista” che decide di fare un harakiri con una palla alta a centrocampo che diventa un assist al bacio per Matri che tocca il suo primo pallone a fine primo tempo, giusto in tempo per guadagnarsi il rigore del pareggio.

Secondo tempo con un copione persino peggiore visto che la Juventus ha occasioni importanti per passare in vantaggio ma non riesce a far male. L’Inter prova a metterci cattiveria ma il braccino corto, quello tanto criticato da Mancini visto che parliamo di obiettivi stagionali davvero di basso profilo, ha prevalso ancora. E se magari lo stesso Mancio riesce a stupire un con cambi discutibili (Nagatomo per Shaqiri, Podolski dentro solo al minuto 82′) allora gli ingredienti ci sono tutti per un’altra beffa.

Nessuno stupore quindi se un tiro di quelli che in gergo si definiscono caramelle, il classico tiro centrale fatto senza convinzione e senza forza, riesce a bucare Handanovic, un altro forse poco presente a livello mentale. Persino nella sua esultanza Morata ha mostrato l’incredibile sorpresa per il regalo ricevuto. Un gol e una partita nel complesso che dimostrano come le qualità di questa squadra possano essere totalmente azzerate dalla mancanza di cattiveria e concentrazione.

Così si riesce ad annullare nel giro di pochi minuti tutto il lavoro fatto in precedenza, facendo tornare la delusione per una stagione che poteva essere migliore ma che si rivelerà  l’ennesimo buco nell’acqua, soprattutto per le capacità auto-distruttive di questa squadra, vera nemica di se stessa.

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