GdS – Frecciata Sacchi: “Triplete nerazzurro del 2010 vergognoso, la Juve invece…”

Ancora una volta, l’ex Ct della Nazionale Italiana e del Milan Arrigo Sacchi si è lasciato andare ad un commento colorito nei confronti dell’Inter, che sta causando e causerà non pochi malumori soprattutto per la forma con cui è stato espresso. Come riporta infatti La Gazzetta dello Sport, Sacchi ha commentato giovedì scorso al Salone del libro di Torino l’impresa della finale raggiunta dalla Juventus ponendo un paragone con la vittoria della Champions League ottenuta dall’Inter nel 2010.

Queste le parole di Sacchi: “E’ tornato il sole sul calcio italiano grazie alla Juventus – ha detto Sacchi -, e speriamo che questo sole renda al calcio italiano ma anche all’altra Italia. L’ultima volta che abbiamo vinto una Coppa dei Campioni è stata con l’Inter in cui non c’era nemmeno un italiano: questa è assolutamente, a parer mio, una vergogna. Purtroppo qui, pur di vincere, venderemmo l’anima al diavolo”. Una replica dal fronte nerazzurro c’è in parte stata con il dissenso espresso da due protagonisti di quella squadra come Cordoba e Materazzi e chissà se non arrivi presto anche una risposta dal presidente Thohir stesso.

Cordoba ha manifestato il suo sconcerto con un semplice “No comment” invece Matrix ha risposto con una domanda specifica: “Mi chiedo: se il suo Milan non avesse avuto gli olandesi avrebbe vinto tutto?”. Nemmeno molto tempo fa lo stesso Sacchi aveva alzato un polverone quando in riferimento alla finale Inter-Verona del Torneo di Viareggio, aveva dichiarato: “Nei nostri settori giovanili ci sono troppi giocatori di colore”. Ancora una volta è corso ai ripari affermando di essere stato travisato visto che voleva solo commentare la graduale perdita di identità nazionale dei nostri settori giovanili.

A questo punto è semplice comprendere come ponderare meglio i propri pensieri sarebbe un modo migliore per esprimerli, evitando di suscitare battibecchi come questo che non fanno bene a nessuno. In ogni caso una cosa è certa: la storia non finisce qui.

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