Il forte attaccante si sfoga su Fb: “Mio fratello ha rovinato la nostra famiglia, ecco cosa mi ha fatto…”

Questioni di famiglia, o meglio tra fratelli. E’ questo ciò che ha fatto seriamente arrabbiare l’attaccante del Tottenham Emmanuel Adebayor che ha deciso di confidare a Facebook le sue problematiche con il fratello Rotimi. Un modo atipico per risolverli ed un lungo sfogo proprio sul noto social, dove racconta per filo e per segno tutto ciò che ha combinato il fratello minore in questi anni.

“Se condivido la mia storia, è perché credo che possa servire da lezione a tutti quelli che la leggono. Questa riguarda mio fratello che continua a dire che io non sono un buon supporto per la nostra famiglia. Si chiama Rotimi Adebayor e quando aveva 13 anni ha fatto qualcosa di molto brutto. Io e lui sappiamo cosa. Per quel motivo, i nostri genitori dovettero mandarlo in un paesino lontano dalla città. Quando cominciai ad avere successo nel calcio e tornai in Togo per le vacanze… seppi che soffriva e chiesi immediatamente di riportarlo a casa e non appena rientrò, mi assicurai che andasse a scuola. Per me è una cosa normale. Nel 2002 ebbi il privilegio di scambiare la mia maglia con Marc-Vivien Foé, pace all’anima sua: mio fratello trovò un modo per rubare la maglia e venderla. Quando andai al Monaco e giocai in Champions contro il Real, fu uno dei giorni più belli della mia vita perché ebbi la maglia autografata di Zinedine Zidane. Mio fratello rubò e vendette anche quella”.

“Quando ero al Metz e guadagnavo 15 mila euro al mese, comprai una collana a 45 mila euro e mia madre per ringraziarla per tutto quello che aveva fatto per me. Rotimi e i suoi amici organizzarono un piano e la rubarono, poi la vendettero a 800 euro. Ma mia madre disse di passarci su, perché lui era mio fratello minore. A casa mia avevo un ripostiglio dove conservavo degli oggetti quando tornavo in Europa: mio fratello riuscì a farsi un passepartout che apriva tutte le porte di casa e rubava di frequente bibite ed altre cose. Nonostante tutto, portai mio fratello in una grande scuola calcio in Francia ma sapete come finì: rubò 21 cellulari e fu cacciato. Quando lo rivelai la prima volta, si lamentò che il numero di telefoni che prese non era 21, erano meno. È accettabile? Mi disse anche che dovevo essere contento se prendeva le cose dal mio ripostiglio e quando gli chiesi perché, mi rispose: ‘Perché sono tuo fratello’ “.

“Un giorno mi chiama Songo’o, ex calciatore del Camerun, e mi disse che Rotimi aveva rubato la Psp di suo fratello. Lo chiesi a mio fratello e lui rispose che l’aveva solo dimenticata nella corsa: ma come è possibile? Una volta portai da Monaco una borsa piena di scarpe da calcio per darle ai poveri un Togo e mio fratello le rubò e le rivendette al mercato. Un giorno mia madre mi chiamò e mi disse che Rotimi aveva ottenuto un visto per Dubai e giocare lì a calcio: gli procurai biglietti di prima classe, dopo 4 giorni lui era già tornato a casa. Disse che in un paese musulmano non era libero di fare quello che voleva, non poteva bere, non poteva far festa o baciare le ragazze in pubblico. La prossima volta invece, parlerò di mio padre”.

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