GdS – Mancini e quell’ottimismo ormai definitivamente sfumato

Partiamo dal fondo, cioè dal triplice fischio dell’arbitro in Inter-Cesena quando il pubblico di San Siro ha fischiato lo spettacolo sul campo, illuso e ora anche molto deluso dal ritorno di Roberto Mancini in nerazzurro.

Nessuno, da Thohir a Moratti, si sarebbe aspettato che l’esonero di Walter Mazzarri si rivelasse inutile in termini di risultati che purtroppo determinano la deficitaria posizione in classifica dell’Inter, con annessi e connessi relativi risvolti economici.

Non si tratta di rimpiangere Mazzarri, ma di guardare in faccia alla realtà senza farsi troppo condizionare dall’impatto mediatico che Mancini può avere a differenza del suo predecessore e cogliere solo quello fatto di positivo dal suo avvento sulla panchina dell’Inter. I dati non parlano a favore del tecnico di Jesi che ha prodotto nelle ultime 4 partite (cioè dall’inizio girone di ritorno) 11 punti, uno in meno di quelli di Mazzarri e con gli stessi avversari affrontati. Un cammino che spiega come i nerazzurri abbiano sì cambiato il loro modo di stare in campo ma i risultati finora non hanno prodotto alcun risultato migliore rispetto al passato.

Un nuovo tecnico, 4 nuovi giocatori (Santon, Brozovic, Shaqiri e Podolski) con il dichiarato obiettivo di raggiungere il terzo posto con vista Champions, condizione indispensabile per programmare al meglio e rafforzare la squadra per la nuova stagione. Un entusiasmo che si è affievolito con il passare delle settimane e le dichiarazioni di Mancini a fine gara con il Cesena non lasciano spazio ad altre interpretazioni. Quel “forse sono stato troppo ottimista” racchiude tutta la sua disillusione di un collettivo che forse lui sperava più forte tecnicamente e soprattutto a livello mentale per poter ambire a nuovi felici orizzonti.

L’Inter manciniana in 16 partite di campionato ha tenuto la propria porta inviolata in sole 3 occasioni, mentre in Europa League stanno pesando molto le tre sberle incassate a Wolfsburg nella gara d’andata degli ottavi. Un macigno che si proverà a cancellare con una grande prova nel match di ritorno al Meazza in programma giovedì sera a patto che la difesa, almeno in questa occasione, non subisca gol come ormai troppo spesso accade. Questa è l’unica strada per entrare dalla porta principale in Champions, anche perchè in campionato sta diventando molto complicato anche la qualificazione in Europa League, ad oggi distante ben 8 lunghezze.

E se Mancini ha parlato solo pochi giorni fa di un’Inter pronta a lottare per lo scudetto già dalla prossima stagione, la domanda sorge spontanea: senza la qualificazione alle coppe dove si troveranno i soldi per puntare al titolo?

 

Fonte: La Gazzetta dello Sport 

 

 

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