Moratti: “Non decido più niente all’Inter, ma ho diritto di veto. Milanesi? In declino, ci vorranno anni per tornare al vertice”

Massimo Moratti non ha bisogno di presentazioni. Una vita dedicata all’Inter, dall’infanzia col padre Angelo ai 18 anni di intensa presidenza. Dopo il cambio societario dello scorso inverno, l’ormai ex presidente nerazzurro continua a seguire da vicino le vicende (e vicissitudini) della Beneamata.

In un’intervista rilasciata al quotidiano francese, L’Equipe, Moratti ha parlato a tutto tondo riguardo l’Inter, il calcio italiano e il momento delle milanesi.

Nel calcio bisogna investire per passione. Se lo si fa solo per fare soldi, allora è meglio evitare. Per contrappasso, chi vuole perderci può anche entrare.” Esordisce così l’ex numero uno nerazzurro.

“L’addio alla società? Era la cosa da fare dopo tutti questi anni. Pensavo di restare per molto meno tempo, ma, dopo dieci anni, ho cominciato a vincere, e allora era diventato più duro lasciare. Mi sono lasciato tentare da qualche anno in più. Ma per un’impresa è un bene, a un certo punto, cambiare uomini e visione delle cose. Allora abbiamo cercato degli investitori.

Se prendo ancora decisioni nell’Inter? No. Sono tutti sempre molto gentili a chiedermi idee e consigli ma non decido più niente. Dopo, ci sono delle clausole che mi permettono di mettere il veto su certe questioni, come ad esempio le sponsorizzazioni di agenzie di scommesse, che non ho mai voluto. Di colpo, hanno fretta che me ne vada per poterlo fare”, dice ridendo.

Non si deve credere che ci faceva piacere spendere così tanto. Ma c’è anche da considerare la realtà italiana; il merchandising, ad esempio, funziona a meraviglia in Inghilterra. In Italia ci sono sempre delle difficoltà per arrivare a quel livello, dove tutti vanno allo stadio con la maglietta della propria squadra addosso. Da un Paese all’altro, le abitudini del cliente cambiano. In Italia il merchandising ha difficoltà a svilupparsi.

Le milanesi? Sono in netta difficoltà, è evidente. Ci vorrà tempo affinché si possa tornare ai vertici vissuti in passato.Non sono disperato, ma per rivedere Milano tornare ad essere una piazza di vertice del calcio europeo, a mio avviso, ci vorranno anni, Oggi, c’è un distacco enorme da club come Manchester United, Bayern Monaco e Real Madrid.

Problema stadi? Legato alle decisioni del Paese. Si sono fatti stadi per Italia ’90 e sembravano nuovi. In Inghilterra invece hanno fatto stadi meno grandi ma più accoglienti. San Siro è uno stadio magnifico, ma non ha ancora il suo rendimento ottimale. Ed è molto grande. In uno stadio più piccolo, la gente ha paura di non trovare posto quindi si abbona per essere certa di poterlo frequentare”.

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