GdS – Guidetti: “Da piccolo tifavo Inter, devo tutto a Mancini”

John Guidetti, il cui nonno era italiano, ha vissuto alti e bassi nella sua carriera, pur essendo un classe ’92. Come ricorda la Gazzetta dello Sport, nel 2012 era il quarto marcatore d’Europa dietro Messi, Ronaldo e Higuain. L’anno successivo un virus al sistema nervoso, sembrava averne compromesso la carriera. Ma quest’anno John è tornato, ed è già a quota 11 gol per il Celtic. Da bambino era interista, ecco le sue parole:

Che cos’è l’Inter per un ragazzo con passaporto italiano?

“Una delle mie preferite. Quando ero piccolo tifavo Inter, avevo anche la maglia. Sono svedese e a Milano c’era Zlatan, sono stato a San Siro per lui. Una volta addirittura ho rischiato di passare all’Inter”.

Quando?

“Avevo più o meno 13 anni. Mi hanno portato a Milano e mi sono allenato. Ho anche giocato una partitella contro un ex leggenda del club, credo che fosse Beppe Baresi”.

L’Inter attuale quanto vale?

“Tanto, è molto forte. Shaqiri è un grande, abbiamo giocato contro in un Feyenoord Basilea. Poi Hernanes ha una tecnica super e so quanto vale Medel. Lotta dall’inizio alla fine”.

Classica qualità da Celtic.

“I nostri tifosi chiedono una sola cosa: passione. Venire a vincere da noi non è facile: Celtic Park sarà esaurito, 60 mila persone. Per me se al calcio togli i tifosi non resta nulla. Noi calciatori cambiamo squadra, loro spendono per seguire il club ovunque”.

Vero che Guidetti potrebbe cambiare… prestissimo?

“A fine stagione sarò libero, senza contratto. Però ora sono un giocatore del Celtic, è impossibile dire ora dove finirò”.

Voci raccolte negli ultimi giorni. Prima: Guidetti contro l’Inter potrebbe stare in panchina perché
non firma il rinnovo. Vero?

“Non faccio l’allenatore, giusto decida lui. Però io sto sempre meglio, sono al 100%”.

Seconda: Guidetti piace a molte italiane. Vero che la Lazio…?

“Non mi è mai arrivata un’offerta però i miei parenti sarebbero contenti. Alcuni vivono ancora in Italia, in via Prenestina, e vanno in Curva Nord. La squadra a cui sono stato più vicino però è la Samp. A 15 anni mi sono allenato con loro, in Primavera e una volta in prima squadra. Era la squadra di Montella e Cassano. Mi piaceva
tutto, poi Eriksson mi ha proposto il City…”.

Dove nel 2009 è arrivato Mancini.

“Devo ringraziarlo sempre. Lui mi ha fatto debuttare in prima squadra, lui mi ha consigliato di andare in prestito al Feyenoord. Era giusto: in Olanda ho vissuto la stagione migliore”.

Vi sentite ancora?

“No, ma ho visto che ha parlato di me recentemente. È un fuoriclasse, come da giocatore”.

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