Icardi e i predecessori furiosi, da Ibra a Balo

Mauro Icardi e il brutto gesto verso i tifosi dell’Inter ha scatenato la memoria storica calcistica che colloca il bomber argentino in una discreta compagnia, nessuno infatti ha dimenticato i suoi predecessori, Zlatan Ibrahimovic e Mario Balotelli.

“STATE ZITTI”- Che fosse un personaggio poco tranquillo e molto irascibile era, ed è noto a tutti, Zlatan Ibrahimovic trascorre la stagione 2008/09 con una serie di mugugni e “mal di pancia” che inizia a irritare il tifoso. Le voci poi del bomber svedese che mai giura fedeltà alla maglia fanno il resto.

L’antefatto a ciò che ha fatto Icardi domenica ha una data ben precisa, 2 maggio 2009, ma un Inter ben diversa dall’attuale, poiché lanciata verso il primo scudetto dell’era Mourinho. Zlatan Ibrahimovic gioca contro la Lazio una partita abulica, finche non segna facendo esultare la Curva Nord, esultanza che si spegne nel tempo necessario di vedere la reazione dello svedese che prima fa il classico dito davanti alla bocca per zittire i tifosi seguito poi da un gestaccio censurabile.

Inter diversa da oggi per il morale, con la vittoria sulla Lazio si sarebbe andati a più 7 sul Milan secondo in classifica e più 11 sulla Juventus terza, polemica su Ibra poi gestita da Mourinho che si coccola il bomber per altre 4 giornate prima di accettare lo scambio con Eto’o.

Mauro Icardi invece reagisce in preda ad una reazione umana, una sorta di scintilla che nasce da una sconfitta e che lui stesso spiega che nonostante siano modelli di comportamento può capitare che un calciatore abbia una reazione fuori luogo.

LANCIO DELLA MAGLIA – Con Icardi si è visto il lancio, o rilancio, della maglia, il primo pezzo di cuore che un tifoso ha verso la sua squadra. La maglietta è infatti qualcosa che contraddistingue il fan, ne fa una seconda pelle, quindi ben più grave ciò che succede nel dopo gara di una delle più esaltanti vittorie nerazzurre degli ultimi tempi.

Martedi 20 aprile 2010, l’Inter ha appena annichilito il Barcellona, un 3 a 1 destinato a far toccare il cielo con un dito ai tifosi eppure, anche in una circostanza apocalittica come battere gli imbattibili uomini di Guardiola, la festa è rovinata dal comportamento di Mario Balotelli, un lancio, anzi quasi un rigurgito, della sacra maglia per terra fa dimenticare a qualsiasi tifoso ciò che è appena capitato.

Quel giorno Balotelli sancisce la fine dell’avventura nerazzurra, capitolo ben più grave rispetto a Mauro Icardi, proprio per il contesto. A SuperMario venne imputata una scarsa cattiveria nell’affrontare il Barcellona, un atteggiamento dispregiativo nato dal voler conquistare a tutti i costi una vittoria che poteva essere il lascia passare verso la gloria, dunque i fischi e il lancio della maglia, dopo una gara vinta.

Ecco la differenza con Icardi, il nervosismo, il fatto che il calciatore è reduce da una sfera personale che attira solo critiche da chi lo giudica e che dimentica che a 22 anni lui deve far gol e non spiegare la sua vita sentimentale.

Certo, Maurito pare non essere immune dal complicarsi la vita, ma ha dalla sua la possibilità che attraverso il gol il tifoso lo perdoni e lo esalti come piace a lui, dimostrando in un solo colpo essere migliore di Ibrahimovic e Balotelli cancellando i brutti gesti passati.

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