Dov’è finito Mateo Kovacic?

I ragazzi della fine anni ’80, inizio anni 90′ ricorderanno il cartone animato “Dov’è finita Carmen Sandiego”, in cui un gruppo di ragazzi cercava di catturare la famigerata ladra, che scompariva senza lasciare tracce.

Passati 20 anni, quella serie animata ci ritorna in mente, ma con un altro soggetto. Che fine ha fatto Mateo Kovacic?

Il giovane croato, al centro del progetto nerazzurro da ormai 2 anni, nelle ultime prestazioni, in particolare da dopo l’eurogol messo a segno contro la Lazio, è scomparso dai radar. Espulso nella gara di Torino allo Juventus Stadium per un entrata al limite del codice penale; assente nell’unica vittoria in campionato del 2015 interista, contro il Genoa, altri 31′ contro l’Empoli, senza riuscire a dare una scossa decisiva; 90′ sia contro il Torino sia contro il Sassuolo. Oltre a questi, vanno aggiunti 90′ contro la Sampdoria in Coppa Italia. 387 minuti nel 2015, ma nessuna grande giocata da ricordare.

Il giovane nerazzurro, fresco di rinnovo, sembra aver smarrito la retta via. Gioca testa bassa, dando il minimo indispensabile, limitandosi al compitino. Le sue accelerate, che spesso spaccavano la partita, sono ad oggi un ricordo.

Possibile, che sul suo rendimento, incida la nuova posizione indicatagli da Mancini? A ben vedere, nella gestione Mazzarri, dopo un primo anno tra luci e ombre, anche e soprattutto a causa di più infortuni che l’avevano fermato fisicamente, si era preso in mano la squadra ed erano poche le palle gol che non passavano dai suoi piedi. Inserito nella sua posizione preferita, la mezzala sinistra, ha sempre dato il meglio di sé.

Con la nuova gestione, spostato prima ala sinistra (con risultati insufficienti), poi dietro le punte ora l’unica punta, non ha ancora convinto e anzi, sembra aver dato inizio ad una preoccupante involuzione.

Oltre a ciò, il suo rendimento calante potrebbe essere spiegato anche con l’arrivo di giocatori di un certo livello, a cui sono state date in mano le chiavi della squadra nerazzurra. Il giocatore, che spesso in passato è stato accusato di una mancanza di responsabilizzazione, potrebbe a tutti gli effetti esser tornato a un livello precedente, vedendosi accerchiare da grandi giocatori con un carisma maggiore (ma non doti tecniche, dato il numero 10 nerazzurro non ha nulla da invidiare a nessuno con la palla tra i piedi).

Altro rebus, dunque, per Mancini, che in queste prime 10 partite nerazzurre sta trovando più difficoltà che convinzioni.

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