Roma – Inter, c’è ben poco da salvare

Dopo la partita di ieri sera in molti hanno esaltato la prestazione nerazzurra. Rimasta in partita per quasi un’ora di gioco contro una delle candidate allo scudetto, se non la principale. Ma, a tutti gli effetti, l’Inter ha espresso un gioco tale da mettere in imbarazzo una delle squadre più forti in Italia? O hanno ragione i romanisti, come Pjanic e Gervinho, che a fine match hanno affermato con convinzione la superiorità della Roma e l’incapacità di pungere dei nerazzurri.

Il possesso palla, bene o male è stato quasi alla pari, 52% giallorosso 48% per gli uomini di Mancini, però la squadra di Garcia è arrivata a concludere ben 18 volte verso Handanovic, contro le 10 di Palacio&co., delle quali solamente 4 nello specchio. Un magro bottino, che non alimenta affatto la visione di una Inter al pari dei giallorossi.

Dei 4 tiri in porta, 2 sono finiti in rete. Senza dubbio, un dato statistico importante. Il 50% delle conclusioni finisce a buon fine. La difficoltà, per l’appunto, è portare i giocatori a concludere. Nello stesso derby, come contro il Dnipro, l’Inter ha faticato a costruire gioco, con una linea di giocatori fisici a rinforzare la difesa. Intento evidentemente fallito, dato le continue falle in cui i vari avversari nerazzurri sguazzano senza problemi. Menez nel derby, Luchkevych con il Dnipro, Iturbe, Gervinho, Ljajic, Holebas, Pjanic, Nainggolan ieri sera. Un po’ tutta la Roma insomma.

La difesa nerazzurra ha fornito una prestazione a dir poco deludente. Fotografia della sera il dribbling effettuato da Gervinho a fine match, nonostante il raddoppio di Jesus e Ranocchia. Proprio loro due salgono sul banco degli imputati. In tutti i gol su azione, infatti, c’è il loro zampino. incapacità di chiudere sulle offensive avversarie ha fatto diventare l’Inter come un famoso tonno italiano, talmente tenero da spezzarsi con un grissino.

Il centrocampo, appunto, non ha fornito la copertura adeguata alla difesa e non ha proposto gioco. Palacio è l’ombra di se stesso e Guarin vive di strappi durante la partita. Unico ad offrire una prestazione decente è stato Osvaldo, in uno stato di forma più decente, che però era motivato dalla gara dell’ex.

Dunque per Mancini la strada è tutta in salita, molto c’è da lavorare e in fretta. I punti di distacco dalla prima in classifica sono 17, troppi. Il terzo posto, in attesa di stasera, dista 5 lunghezze.

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