GdS – L’Inter piange Aurelio Milani, uomo della Grande Inter

La storia, anche e soprattutto nel calcio, è fatta dei nomi che sono riusciti a scriverla. Per l’Inter un giocatore che ha scritto una delle pagine più celebri della storia nerazzurra è Aurelio Milani che ieri si è spento all’età di 80 anni e la Gazzetta dello Sport ne ha voluto celebrare le imprese in un focus dell’edizione odierna.

All’età di 30 anni Milani fu protagonista della Coppa dei Campioni 1964 dopo che era stato acquistato nel 1963 su richiesta del Mago Herrera che ne aveva molto apprezzato la stagione 1961-1962 quando con la maglia della Fiorentina vinse il titolo di capocannoniere con 22 reti insieme a Josè Altafini.

Nella prima stagione del biennio della Grande Inter 1964-1965 quando vinse due Coppe dei Campioni consecutive, Milani era il centravanti nel quintetto formato oltre a lui anche da Jair, Mazzola, Corso e Suarez schierato nella finale disputata contro il Real Madrid allo Stadio Prater di Vienna. Proprio in quella partita Milani risultò decisivo con il gol che portò i nerazzurri sul 2-0 con l’Inter che alla fine avrebbe sconfitto i blancos per 3-1 grazie anche alla doppietta di Mazzola. Con l’Inter vinse oltre alle due Coppe dei Campioni anche l’Intercontinentale del 1964 e  uno scudetto nel 1965. La fine della sua carriera subì una forte accelerata quando nel 1964 subì un duro contrasto da un difensore contro la Dinamo Bucarest che gli causò lo spostamento di una vertebra.

Era un centravanti dotato di grande forza fisica, dotato di un tiro potente e molto abile nei colpi di testa, caratteristiche ricordate dai suoi ex compagni. ”Aurelio era molto forte, un centravanti cui piaceva dialogare: mi ha regalato parecchi assist” ricorda Sandro Mazzola. Al miele le parole di Luis Suarez: ”Era un tipo molto per bene che conduceva vita da atleta: casa sul lago, allenamenti e partita. Era un ottimo attaccante e difendeva il pallone come pochi, ricordo che prendeva un sacco di botte dai difensori avversari”. Malinconico anche Mario Corso: ”Le sue condizioni non erano ottimali ma neppure lasciavano presagire questa notizia. Aurelio era il centravanti classico ma anche dotato di una grande progressione e di un tiro forte e preciso”.

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