Mancini e l’Inter, insieme per una “seconda” rinascita

Che Mancini sia rimasto nel cuore dei tifosi nerazzurri è cosa ben risaputa. Basta vedere la reazione, dalle strade ai social network, alla notizia del ritorno del tecnico di Jesi sulla panchina dell’Inter tutti sono stati felicissimi.

Come scritto nell’edizione odierna del Corriere della Sera, le motivazioni che legano Mancini al cuore dei tifosi sono tante. Un uomo elegante, un uomo mai fuori posto, l’uomo dello scudetto di Calciopoli, il mago della storica rimonta contro la Sampdoria da 0-2 a 3-2 in cinque minuti, il primo allenatore vincente dopo tanti, troppi anni di buio totale.

Per certi versi l’Inter di Mancini è stata, se vogliamo quella, più spettacolare, nonostante una concreta sofferenza iniziale dell’allenatore a trovare feeling con la tifoseria nerazzurra. Più spettacolare per certi versi anche di quella di Mourinho, che del bel gioco non faceva certo una sua prerogativa, ma puntava di più ad annientare l’avversario in tutte le zone del campo, avendo a disposizione la sfilza di campioni che poi hanno portato l’Inter in cima al mondo.

Mancini è stato il simbolo della rinascita, e molto probabilmente lo sarà ancora. Tocca a lui dare una svolta a questa Inter abulica degli ultimi tempi, dove molte pedine importanti stavano perdendo fiducia sprofondando in un tunnel senza uscita.

Partire dunque da dove si è fermati, ovvero dall’ultima partita del tecnico sulla panchina dell’Inter, quella di Parma, dello scudetto sotto il nubifragio e dei goal di Zlatan Ibrahimovic. I tempi sono cambiati, gli interpreti sono diversi, ma la mano è tornata quella del Mancio. E’ quello che si augura Erick Thohir.

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