Tanti auguri a Luis Figo! Ripercorriamo la sua incredibile carriera

Scende una lacrima se si pensa che in campo una volta c’era lui, e quando c’era i risultati si vedevano. Tanti auguri Luis Figo, 42 candeline spente oggi, stella del calcio mondiale, faro del centrocampo nerazzurro dal 2005 al 2009.

Una bacheca piena di trofei nazionali e internazionali, fino ai successi individuali. Su tutti spiccano la Champions League e la Coppa Intercontinentale vinti con il Real Madrid di Del Bosque, i 4 Campionati e le 2 Supercoppe europee vinte sia con i merengues sia con il Barcellona; affianco ci sono il Pallone d’oro del 2000 e il FIFA World player dell’anno successivo. In mezzo a tutti questi trofei c’è anche una grande delusione, quella della notte del Da Luz del 4 luglio 2004, quando Figo, assieme a un giovanissimo Cristiano Ronaldo, perse clamorosamente la finale degli Europei contro la Grecia.

Con i nerazzurri ben 140 presenze  in quattro stagioni siglando undici reti. Quattro Campionati vinti, che sommati alle tre Supercoppe italiane e a una Coppa italia portano altri otto trofei nel palmarès del campione lusitano. Approda alla corte di Moratti nel 2005 dal Real Madrid e, nonostante i successi conseguiti, i suoi anni “manciniani” non sono propriamente idilliaci, caratterizzati sia da infortuni che dal rapporto con il Mancio, venutosi a incrinare dopo la gara di andata in Champions a Liverpool. Fu perfetta invece la sintonia con il connazionale Mourinho, con il quale entrò nella storia per la conquista del suo quarto tricolore consecutivo. Proprio con il mister portoghese diede l’addio al calcio contro l’Atalanta il 31 agosto 2009. Il rapporto con i nerazzurri continua anche fuori dal campo, Figo è infatti rappresentante dell’Inter all’estero e lo scorso anno fu ambasciatore della finale di Champions League di Lisbona. Un grande uomo oltre che un grande calciatore, soprannominato dai tifosi El Paso Doble per il modo con il quale quasi danzava sul pallone, la sua tecnica cristallina lo ha sempre contraddistinto. In campo con lui si giocava in dodici e forse un Figo nel rettangolo verde a quest’Inter ora come ora servirebbe.

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