Un’Inter gagliarda saluta gli Stati Uniti con un bagaglio pieno di buone speranze

Si respira, finalmente, aria nuova in casa Inter. Entusiasmo, tanto lavoro e tanta voglia di fare, un gruppo saldo, unito verso un unico obiettivo, quello di fare bene. Paradossalmente, tutto questo combacia con l’addio degli ultimi eroi del Triplete, dei cosiddetti senatori, parecchio contestati da calciatori che hanno indossato la maglia nerazzurra, tanto da definirlo un clan, il clan dell’asado.

Tutti per uno – Nel gruppo adesso sembra non esserci un vero e proprio leader. Tutti a disposizione di tutti, ognuno cerca di svolgere i compiti richiesti da Mazzarri. E finora, a dire il vero, la mano del tecnico la si è vista, basti pensare alla gran partenza di Dodò e degli esterni, tanto cari al tecnico toscano.

Houston, nessun problema – La tournée americana è stata un mettersi alla prova contro squadre di un certo calibro. E l’Inter, sia contro il Real Madrid (1-1), sia contro il Manchester United (0-0), non solo ha disputato delle discrete partite, ma ha mostrato anche una buona solidità difensiva e soprattutto un gran carattere. Il successo contro la Roma, che non giocava di certo con giovani della primavera o riserve, ha sancito il gran passo in avanti dal punto di vista della personalità e del gioco.

Un’Inter sicura di sé, che piace a tifosi e non. Delle convincenti prestazioni, nonostante le assenze dei vari Hernanes, Palacio, Kovacic (in campo solo una manciata di minuti, giusto il tempo di innescare il raddoppio) e quelle dei promessi sposi Osvaldo e Medel. Sta nascendo un’Inter gagliarda. E non è vero che i match amichevoli di estate valgono poco quanto nulla. Certo, non ci sono trofei in palio, niente coppe, ma il morale conta e non poco: spiegatelo a chi ha perso contro una squadra di Eccellenza…

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