Alvarez: “Il Mondiale è un premio per il mio lavoro. All’Inter ho imparato cos’è la tattica”

Se il momento sorride a qualcuno, questo è sicuramente Ricky Alvarez. Da probabile eslcuso dalla lista dei 23 argentini che si giocheranno il Mondiale, in pochi giorni il centrocampista nerazzurro è stato scelto da Sabella e poi ha segnato il suo primo gol con la maglia dell’Albiceleste, in una amichevole con la Slovenia. Ricky non potrebbe chiedere di meglio, come ha raccontato a una intervista al quotidiano argentino Olé.

Segnare un gol con questa maglia è importantissimo, sono molto contento al di là del fatto che l’ho segnato in una amichevole. Ora mi giocherò un mondiale: é un sogno che ho da quando iniziai a giocare a calcio,” dice Ricky al giornalista che lo sta intervistando. La felicità è davvero tanta per Alvarez, che aveva “ansia al momento della conferma dei 23” ma allo stesso tempo era “tranquillo, perché sapevo di aver dato il massimo“.

Alla fine è arrivata la conferma del ct argentino Sabella, un allenatore che, dice Ricky, “sa trasmettere ai giocatori le sue idee in modo semplice. Non ci riempie la testa di tattica ma vuole che la squadra abbia un equilbrio“. Il giovane centrocampista dell’Inter ha fiducia nella sua nazionale, perché “ha giocatori in grado di fare la differenza in ogni zona del campo“.

Cosa significa questa chance per Alvarez? “E’ un premio per il mio lavoro, per essermi allenato giorno dopo giorno, senza arrendermi mai”, spiega Ricky, che poi racconta cosa ha imparato in questi anni all’Inter: “Ho giocato con giocatori di grande livello e in Serie A ho capito che cos’è la tattica; un argentino non ce l’ha nel proprio bagaglio di conoscenze“.

Al numero 19 dell’Albiceleste viene poi chiesto come si rapporta con i giganti dello spogliatoio argentino: Messi, Aguero, Higuain… Ricky risponde pronto: “A poco a poco mi sto abituando. I miei familiari e amici mi chiedono continuamente cose su di loro: come sono, cosa fanno…la verità è che sono persone normali come noi“.

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