20 anni e un talento da non sprecare. Buon compleanno Mateo!

Esattamente vent’anni fa si accendeva a Linz la stella di Mateo Kovacic. Nato in Austria ma di nazionalità croata, il centrocampista nerazzurro ha conquistato il cuore dei tifosi nerazzurri sin dalle prime partite con la maglia dell’Inter. Nonostante abbia avuto la sfortuna di approdare ad Appiano Gentile in uno dei periodi più controversi della storia della Beneamata, l’ex gioiello della Dinamo Zagabria è stato comunque in grado di distinguersi dal resto dei compagni con giocate di classe appartenenti solo al repertorio di pochi calciatori.

Soprattutto nell’Inter targata Andrea Stramaccioni, Kovacic ha messo in luce tutte le sue qualità, caricandosi sulle spalle il peso di una squadra in grossa difficoltà. Dal punto di vista collettivo la stagione si chiuse in maniera piuttosto deludente, ma a livello personale Mateo ricorderà i primi mesi in nerazzurro con il sorriso sulle labbra, viste le 18 presenze accumulate da gennaio a giugno 2013. Schierandolo spesso davanti alla difesa, Stramaccioni riuscì a ritagliare un posto importante all’allora diciottenne proveniente dalla Dinamo Zagabria, il quale si fece apprezzare sin da subito da tifosi e addetti ai lavori.

Un numero 10 che, nonostante la giovanissima età, non pesava affatto sulle spalle di un Kovacic pronto a sfondare definitivamente nel mondo dei grandi. L’avvicendamento sulla panchina dell’Inter tra Stramaccioni e Mazzarri però, non favorì certo la crescita del ragazzo. Infatti, prima di convincere appieno il tecnico di San Vincenzo a consegnargli stabilmente una maglia da titolare, Mateo ha dovuto faticare parecchio all’interno di una squadra in cui sarebbe dovuto essere il fulcro del nuovo progetto.

La sua crescita ha subito un brusco rallentamento rispetto ai ritmi tenuti nei primi mesi sotto la guida di Stramaccioni. Nelle ultime partite Kovacic è tornato su ottimi livelli ma la sensazione è che il gioco e il modulo di Mazzarri non siano l’ideale per permettergli di imporsi. Schierato da mezzala e limitato dai troppi compiti tattici che richiede il 3-5-2 impostato da WM, il giovane croato pare sempre giocare con il freno a mano tirato, con la mente troppo oppressa dalla paura di sbagliare soprattutto in fase difensiva. Una situazione paradossale, considerando non solo il progetto varato dall’Inter, ma anche il corteggiamento che diversi top club europei continuano a portare avanti nei confronti della stellina croata.

 

 

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