Il 3-5-2 e la sterilità offensiva: Mazzarri pronto a cambiare qualcosa contro il Livorno

Dopo il brutto pareggio a reti bianche contro l’Udinese, sotto gli occhi del presidente Thohir, i nerazzurri vogliono scuotersi al più presto. Stasera a Livorno, la città del suo allenatore, l’Inter ha l’occasione di voltare subito pagina. Anche grazie a qualche cambiamento tattico studiato da Mazzarri, che vista la preoccupante sterilità offensiva della squadra sta pensando di modificare in parte il suo fidatissimo 3-5-2.

A San Siro giovedì sera hanno deluso un po’ tutti dalla metacampo nerazzurra in su, ma più di altri lo ha fatto Guarin. Fresco di rinnovo di contratto fino al 2017, il colombiano ha fatto il solletico alla difesa bianconera e accumulato una quantità di errori evidenti, sia tecnici che di concetto. La prestazione del Guaro ha lasciato perplesso Mazzarri, che giovedì lo ha tolto dal campo nel secondo tempo e stasera dovrebbe tenerlo in panchina a riflettere sui suoi problemi di continuità.

Salgono in questo modo le quotazioni di Ricky Alvarez per un posto da titolare sulla trequarti. L’argentino, che con l’Udinese non ha fatto sfracelli, dovrebbe essere messo da Mazzarri dietro Icardi, probabilmente in coppia con un Palacio in versione trequartista. Si tornerebbe così al 3-4-2-1 proposto nei primi match del 2014, ma stavolta con Icardi terminale offensivo e col Trenza arretrato alle sue spalle.

La soluzione non stravolge di fatto lo schema preferito di Mazzarri: rimane la difesa a tre, cinque centrocampisti e due attaccanti. Tuttavia, al di là del cambio Alvarez-Guarin, il mister potrebbe pensare qualcosa anche per risolvere il problema del gol. Mai negli ultimi vent’anni l’Inter aveva fatto così fatica a segnare in casa (stagione ’94-’95): 6 gol nelle ultime 8 gare interne. C’è insomma un problema che va al di là dei pali, della sfortuna e degli errori arbitrali: i nerazzurri faticano terribilmente a costruire azioni pericolose contro le squadre ben organizzate, che si chiudono per ripartire in contropiede.

La squadra gioca a ritmi bassissimi, specie nei primi minuti, dove i giocatori sembrano quasi spaesati, qualunque sia l’avversario in campo. Il pallone circola lentamente, non ci sono schemi offensivi e si fanno troppi passaggi per avvicinarsi alla porta, con la conseguenza che i difensori avversari hanno tutto il tempo di riposizionarsi e chiudere gli spazi. Mazzarri continua a ripetere che “quest’anno la palla non vuole entrare“, ma nel secondo tempo contro l’Udinese si è accorto che col passaggio al 3-4-2-1 la squadra ha cominciato a essere subito più pericolosa.

E’ una questione di distanza tra i reparti: con Alvarez dietro le punte, la squadra è stata immediatamente più corta e l’Udinese per un quarto d’ora è stata in balia dei nerazzurri. Per questo a Livorno si dovrebbe puntare su un modulo leggermente diverso: l’ultima carta tattica per risolvere le difficoltà dell’attacco nerazzurro.

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