Mazzarri: “Abbiamo vissuto un periodo delicato, ora stanno arrivando gioco e risultati”

Intervistato durante la puntata di “Quelli che il calcio…”, Walter Mazzarri ha risposto alle domande di Nicola Savino e degli ospiti in studio. Ecco le sue parole:

Si inizia a vedere l’Inter di Mazzarri?

“Si è vista anche a inizio stagione, poi abbiamo vissuto un periodo delicato. Ora, da un punto di vista del gioco e dei risultati, stiamo iniziando a fare quello che volevamo”.

Come vedrei Jonathan nella nazionale italiana?

“Per me sarebbe un’ulteriore vittoria, visto che l’anno scorso non era visto bene nemmeno dagli interisti”.

Nel tuo libro, “Il meglio deve ancora venire”, hai detto che ti piacerebbe comprare una squadra di calcio…

“Sì, perchè nella mia carriera ho fatto quasi tutti i ruoli e, per il bagaglio di esperienza che mi sono costruito, credo di avere le caratteristiche necessarie per saper gestire un club sotto ogni aspetto”.

Vivi in maniera molto stressante il tuo lavoro. Cosa ti dice Frustalupi?

“E’ perchè ho un brutto vizio: non ho ancora imparato a perdere. Chi fa il mio lavoro sa che ci si può fidare di poche persone ed è normale sfograsi con il proprio vice. Lui è molto bravo e ci confrontiamo spesso dal punto di vista tattico”.

Quali sono le differenze tra De Laurentiis, Moratti e Thohir?

“Io ho avuto un ottimo rapporto con tutti i miei presidenti. Normale che con Thohir ci sia qualche limite in più dal punto di vista della lingua, ma io cerco sempre di concentrarmi sul campo per far rendere al massimo i giocatori che alleno. Questo per noi è stato un anno particolare, visto il cambio societario”.

E’ da tantissimo tempo che l’Inter non riceve un rigore a favore. Le sembra che questo crei troppe pressioni sugli arbitri quando devono dirigere una vostra partita?

“Siamo uomini ed è normale che anche gli arbitri siano influenzati dalle voci che circolano in settimana. Così come noi ci alleniamo per creare una barriera esterna, anche i direttori di gara dovrebbero sforzarsi di applicare solo il regolamento, senza condizionamenti”.

Come è riuscito a gestire il ‘caso Guarin’?

“Gestire il gruppo per me è la cosa più facile. Quando sei preparato, hai un progetto tattico definito e riesci a trasmettere le tue idee non ci sono problemi a livello di gestione. Guarin è un giocatore che ha tante potenzialità, deve solo migliorare dal punto di vista della continuità”.

Quando si è accorto che avrebbe fatto l’allenatore?

“Verso 27-28 anni ho capito che fare il calciatore non mi piaceva troppo e non mi dava soddisfazioni. Ho un carattere particolare e mi sono accorto di avere le qualità giuste per fare l’allenatore”.

Chi farà l’allenatore dei giocatori ora?

“Cambiasso è già un allenatore in campo. E’ quello che capisce subito quello che dico e mi aiuta a trasmettere le mie idee”.

Che idea si è fatto di Balotelli?

“Le qualità di Balotelli sono indiscutibili. Dal punto di vista professionale non posso dire nulla, non avendolo mai allenato. Evidentemente con lui bisogna stare un po’ più attenti che con altri giocatori”.

 

 

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