Il popolo nerazzurro si mobilita: raccolta fondi per riportare l’Inter in alto

“Se l’Inter non ha i soldi per comprare (e sognare) perché non glieli diamo noi tifosi”?

E’ la provocazione lanciata da Enzo Bonora, professore dell’Università di Verona e tifoso interista (da sempre), che stanco delle continue debacle dei nerazzurri ha lanciato un’idea che potrebbe risollevare le sorti della squadra di Mazzari. “In Italia ci sono 10 milioni interisti che sommati ai 49 milioni presenti in tutto il mondo creano un bacino di 60 milioni di tifosi nerazzurri – spiega il Professore – Se anche solo un decimo di loro donasse una cifra intorno ai 20 euro a testa ogni anno potremmo regalare alla società un tesoretto di almeno 100 milioni da spendere sul mercato per tornare tra le grandi d’Europa”.

Il progetto del Professore è nato in un momento ben preciso della recente storia nerazzurra, quello della prima intervista di Thohir in Italia: “Dopo aver sentito le parole del nuovo presidente ho capito subito che, interessi commerciali a parte, non avrebbe mai potuto amare l’Inter, e di conseguenza soffrire, quanto noi tifosi. Per questo mi sono convinto che sarebbero dovuti essere proprio gli interisti a fare qualcosa per la loro squadra. Il giorno dopo Bonora ha inviato una lettera dal titolo “Compriamoci il sogno, compriamoci l’Inter” ai principali quotidiani nazionali e da lì ha iniziato a ricevere consensi e adesioni.

Il mondo del calcio a dire il vero non è nuovo all’idea dei tifosi che sostengono anche “economicamente” la loro squadra. I 163.000 soci del Barcellona Futbol Club costituiscono il più grande esempio a livello planetario di azionariato popolare, concetto ben noto anche a Real Madrid, Atletico di Bilbao e Osasuna. In Italia invece l’esperimento sta funzionando con successo sia per la Pallacanestro Treviso, nata dalle ceneri della storica Benetton, che per la Cimberio Varese, giunta sino a quarti di finale dello scorso campionato di basket.

Il progetto studiato dal Professore per la sua Inter non contempla una forma classica di azionariato popolare bensì una sorta crowd funding tra sostenitori (concetto caro alle campagne presidenziali di Obama) che come obiettivo ha quello di “regalare sogni” agli interisti. “I tifosi non riceverebbero nessuna partecipazione, e quindi nessun potere nei confronti dell’Inter, indipendentemente dalla somma donata. Allo stesso modo Thohir e soci non sarebbero obbligati ad operare nessun tipo di scelta. Per questo dovrebbe essere creata una società “di finanziamento” che potrebbe trasferire il denaro alla società senza pagare tasse sulla donazioni (il Professore si è già informato presso il suo commercialista, ndr).

Ora si attende solo l’adesione da parte dell’Inter (Bonora sta aspettando una risposta da Massimo Moratti) e poi la società potrà finalmente tornare ad acquistare giocatori in grado di far sognare i tifosi. “Nessun interesse personale – conclude il Professore – solo e per sempre la fede nerazzura”.

 

Fonte: Panorama.it

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