Dalla rinascita all’involuzione: la storia parallela di Jonathan e Alvarez

I primi mesi trascorsi da Walter Mazzarri sulla panchina dell’Inter erano bastati per far ricredere anche i più scettici: squadra aggressiva su ogni pallone, difesa solida, attacco concreto e riscontro positivo sul campo (fatta eccezione per lo 0-3 subito in casa contro la Roma). Insomma, tutti elementi che avevano portato a credere ad una sorta di riproposizione della favola vissuta a Napoli dall’allenatore toscano.

Tra tutti gli aspetti positivi, però, quello che maggiormente ha sorpreso gli addetti ai lavori è stata la capacità di dar fiducia, di trasformare e rigenerare elementi che negli anni precedenti non si erano dimostrati all’altezza della maglia che stavano indossando.

A sorprendere tutti erano state soprattutto le prestazioni sfoderate da Jonathan e Alvarez, diventati i simboli della “rinascita” dell’Inter guidata da Mazzarri.

Ma, nella crisi generale che ha colpito i nerazzurri soprattutto in queste ultime 10 giornate di campionato (con soltanto otto punti raccolti), spicca il ridimensionamento di questi due giocatori che sembrano essere ripiombati nelle difficoltà dei primi due anni trascorsi a Milano quando, ad ogni loro pallone sprecato, piombavano inesorabili i fischi di San Siro.

I motivi di questo evidente calo patito dal laterale brasiliano e dall’eclettico numero 11 vanno ricercati seguendo due diverse piste: la prima è sicuramente legata al periodo nero di risultati e, soprattutto, di gioco che tutta la squadra sta attraversando; la seconda è di natura strettamente fisica visto che, dopo una preparazione estiva fatta per rendere sin da subito al massimo, si ritrovano oggi a subire la brillantezza degli avversari (lo straripante Asamoah visto contro Jonathan allo Juventus Stadium ne è una chiara dimostrazione).

E così, se le prime giornate ci avevano regalato un Ricky Maravilla pronto a rincorrere a tutto campo gli avversari e un Johnny capace di aprire le difese avversarie con le sue accelerazioni, oggi il quadro è totalmente diverso.

Il trequartista argentino fatica ad aiutare la squadra in fase di non possesso e risulta meno incisivo anche sotto porta, sia dal punto di vista realizzativo che in termini di assist. Le difficoltà dell’ex Parma, invece, sono ancora maggiori perché nel 3-5-2 di WM gli esterni hanno un ruolo fondamentale per l’intero gioco della squadra.

Proprio in questo senso, dunque, risultano ancora più importanti gli innesti fatti dalla dirigenza nerazzurra a gennaio. Gli arrivi di Hernanes e D’Ambrosio, infatti, potrebbero far rifiatare questi due giocatori che, visti attualmente, ricordano molto da vicino quelli delle passate stagioni, incapaci di fare anche le cose più semplici.

 

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