Ruben Botta, uno spiraglio di luce nel buio più totale: l’ex Tigre merita più spazio

Nell’oscurità totale calata sull’Inter in questo inizio di 2014, ad accendere una flebile speranza verso un futuro più roseo sono i giovani talenti della rosa nerazzurra che non hanno ancora avuto modo di esprimere tutte le loro qualità: un potenziale preziosissimo per il progetto di rinascita di una squadra in caduta libera e in continuo ridimensionamento.

Nella disfatta dello Juventus Stadium gli unici sprazzi di luce sono arrivati da Ruben Botta, argentino classe ’90 tesserato ufficialmente a gennaio dopo essere stato “parcheggiato” per sei mesi a Livorno. In una serata in cui Alvarez ha confermato di aver perso lo smalto di inizio stagione, non riuscendo mai a saltare l’uomo o a rendersi pericoloso con assist e conclusioni, il trequartista ex Tigre, entrato in campo al 66’, ha avuto modo di mettersi in mostra conferendo vivacità e imprevedibilità alla manovra e guidando la sua squadra nella reazione d’orgoglio dopo l’illusorio gol di Rolando.

Mazzarri continua a gestirlo con il contagocce, ribadendo che non ha i 90 minuti nelle gambe, ma il 24enne di San Juan meriterebbe più spazio, considerando anche la sterilità del reparto avanzato, la momentanea assenza di Guarin e lo stato di forma non ottimale di Alvarez e Palacio, bisognosi di un contributo più consistente da parte del resto della squadra. Nelle ultime uscite, infatti, la fase offensiva dell’Inter è risultata lenta e prevedible e un innesto di qualità potrebbe essere manna dal cielo per l’undici nerazzurro.

Se, come ha detto più volte il tecnico toscno, questo è davvero un anno di valutazioni per capire chi potrà fare parte dell’Inter del futuro, sarebbe bene abbandonare le sgretolate certezze dei senatori e rischiare qualcosa in più, garantendo fiducia e continuità al nuovo che avanza. Il gioco vale la candela e i nerazzurri hanno, ormai, poco da perdere.

 

Antonio Simone

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