Nicola Berti, all’Inter per dieci anni dal 1988 al 1998, ripercorre nel corso di un’intervista a La Gazzetta dello Sport la difficile stagione ‘94-95, quella in cui arrivò il cambio di proprietà, da Ernesto Pellegrini a Massimo Moratti. Ecco le sue parole:
Cosa ricorda di quella stagione?
“Che fu un’annata non facile, in cui non si capiva bene dove sa remmo andati a finire. Quando poi a febbraio arrivò Moratti, che aveva acquisito la società da Pellegrini, ci fu un grande entusiasmo, la sensazione che potesse aprirsi un nuovo ciclo. E nella prima col nuovo proprietario battemmo il Brescia con un mio gol”.
Quanto influirono sullo spogliatoio le vicende societarie?
“Al tempo poco, perché era un cambio di proprietà Italia su Italia e la famiglia Moratti già era in questo mondo. Ma capisco che la situazione attuale sia diversa. Con l’arrivo di una cordata indonesiana hai perso un pezzo di identità, appena quattro anni dopo il triplete, e il cambiamento può essere molto più traumatico”.
Che mercato fu fatto al tempo?
“Moratti prese subito Ince, Zanetti, Carbone e altri. Ma anche a lui poi servì tempo per dare la propria impronta. Senza dimenticare che era sempre presente, mentre Thohir è lontano e non ha ancora scelto un suo uomo forte. E comunque la Juve non andava interpellata”.