Da Baggio a Signori e Stankovic, spesso il mercato lo fanno i tifosi

Strano a dirsi ma molto vero: spesso il mercato lo fanno i tifosi, loro che sono parte integrante del calcio, il motore che lo anima e lo fa esistere. Senza pubblico, senza sostenitori, senza spettatori, nulla avrebbe ragion d’essere e così spesso si alza la voce per far valere il proprio credo, per il bene della squadra. Come scrive oggi la Gazzetta dello Sport, così è successo per il fallimento del mancato scambio Guarin-Vucinic ma i precedenti sono tanti e di lusso. I casi più noti, quando si prospettava di vendere un campione all’acerrima rivale, all’avversaria in classifica. Niente di più inaccettabile insomma, così come nel caso di Roberto Baggio passato alla Juventus nel 1990 dalla Fiorentina, dopo che i bianconeri avevano vinto contro la viola qualche settimana prima la finale di Coppa Uefa. Un affronto, un oltraggio. I tifosi scendono in piazza, ci sono disordini e tumulti ma ormai era troppo tardi. L’affare si fa, ma resta dopo anni ancora una rottura incolmabile.

Nel 1995 c’è il caso riguardante Beppe Signori. La Lazio cede l’attaccante al Parma, in uno scambio che poi si rivelerà alquanto oscuro. Davanti alla sede biancoceleste 4000 tifosi inviperiti, che fanno rimangiare al proprio presidente la parola data. Nel 2008 il più recente: una furiosa protesta bianconera sul web interrompe il trasferimento di Stankovic dall’Inter alla Juventus: “Noi vinciamo senza nerazzurri” avrebbero scritto, indignati dopo le vicende Calciopoli con gli scudetti “regalati” all’allora club di Moratti.

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