E adesso andate via…

Torniamo da Genova portando in dote l’ennesima umiliazione. La settima nelle ultime otto partite. La vittoria nel derby rimane l’unica gioia. Se gioia si può chiamare un successo contro una squadra più derelitta della nostra, ma che almeno ha la facoltà di beneficiare ancora dei calci di rigore. Non ne possiamo più di attribuire lo scempio a cui stiamo assistendo alternativamente alla sfortuna, alle sviste arbitrali, agli infortuni e al maltempo. E’ arrivato il momento che tutti si assumano le proprie responsabilità. E’ il tempo di andare via per coloro che stanno provando (invano) a farci perdere l’amore per i colori nerazzurri.

Quindi che vadano via innanzitutto i dirigenti che hanno costruito una rosa senza senso, millantando l’esistenza di un progetto di cui non si sono mai viste tracce. Le loro facce non compaiono mai, la loro voce non si sente mai, le loro nefandezze si vedono fin troppo spesso. L’ultima sarebbe quella di scambiare alla pari un ventisettenne che ha mercato con una riserva ultratrentenne. Sempre nell’ambito del progetto di ricostruzione basato sui giovani, supponiamo.

Vada via Mazzarri, incapace di lasciare anche solo una minima traccia su questa squadra. Non c’è possesso palla, non c’è contropiede, non c’è sviluppo dei giovani, non c’è gioco. In breve, non c’è un allenatore. Ma tocca sborsare tre milioni e mezzo all’anno per sopportare questo sfacelo. Se punta a vantarsi ancora del fatto di non essere mai stato esonerato, si dimetta. Per il bene di tutti, a partire dal suo.

Vadano via i calciatori che non tengono alla maglia, quelli che giocano solo per i rinnovi di contratto, quelli che si risparmiano. E, a malincuore, vadano via tutti i reduci del triplete. La società risparmierebbe circa cinquanta milioni lordi, il loro status di semi-divinità agli occhi di noi tifosi rimarrebbe inalterato. Questa Inter non può offirgli la gloria che meriterebbero.

Adesso andate via, vogliamo restare soli con la nostra malinconia.

Giovanni Cassese

(Twitter: @vannicassese)

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