La dura legge del gol

Nel calcio esistono da sempre leggi non scritte, tramandate di generazione in generazione. Non avranno la stessa validità ed efficacia di quelle previste dai regolamenti che lo governano (il condizionale è d’obbligo ndr), ma trovano comunque ampio spazio nell’immaginario popolare e nella secolare tradizione di questo sport. Una di queste è condensata nella celeberrima massima “Gol sbagliato, gol subito“, fonte di assoluta verità e sintesi perfetta dell’attuale stagione nerazzurra.

Trentasei reti realizzate (in media 2,25 a partita) costituiscono, ad oggi, l’attacco più prolifico di tutta la Serie A e la mancanza di incisività e cattiveria all’interno dell’area di rigore avversaria ha ostacolato, spesso, un incremento significativo di questi numeri. L’altra faccia della moneta racconta, invece, tutta un’altra storia: ventuno gol incassati fanno dell’Inter la settima difesa del campionato nostrano e riecheggiano problemi che, dopo un inizio promettente, sembravano ormai superati, tornando a galla, invece, con tutta la loro veemenza.

La “dura legge del gol” è il commento che, più di tutti gli altri, staziona tra i nostri pensieri e si manifesta quando l’involontaria clemenza dimostrata nel momento di sferrare il colpo del k.o. non viene ugualmente ricambiata dalla ingrata controparte. Tanti gli esempi: la trasferta di Napoli, in tal senso, ne è la palese dimostrazione. Contro i partenopei, nei minuti iniziali del match, Cambiasso spreca e Higuain trasforma con la complicità di Nagatomo; Guarin, al 65′, colpisce in pieno Rafael e, un quarto d’ora più tardi, Callejon manda al tappeto un’Inter già tramortita dall’espulsione di Alvarez.

Imputare la fragilità del reparto arretrato ad errori tecnici individuali rappresenterebbe soltanto una parziale verità. E’ più facile, spesso, inquadrare le responsabilità di un singolo colpevole per dare un volto ad un determinato problema. A finire sul banco degli imputati dovrebbe essere, invece, l’intera fase difensiva e l’atteggiamento mostrato dalla squadra nerazzurra quando sono gli altri ad orchestrare la propria manovra d’attacco. Rara è un’azione di pressing efficace sul portatore di palla, mentre è abituale un arretramento collettivo nei pressi della propria area di rigore, con il risultato manifesto di concedere agli avversari tempo e modo di ragionare.

Tutti sintomi dei difetti strutturali della rosa a disposizione di Walter Mazzarri, cui manca un mediano capace di fungere da barriera protettiva, mantenere inalterata la distanza tra i reparti e “catturare” una quantità rilevante di palloni. Viene difficile pensare che il solo Cambiasso, alla sua veneranda età, possa inserirsi in fase offensiva e, al contempo, ripiegare prontamente.

Il miglior attacco non può bastare, perché “se non hai difesa gli altri segnano e poi vincono: questa è la dura legge del gol.

 

 

 

 

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