Alla ricerca del vero Kovacic: Mazzarri deve ritrovare il campioncino croato

Dov’è finito il Mateo Kovacic dell’anno scorso? In molti se lo chiedono. Nella passata stagione, quando la nave stava naufragando, il croato era l’unica luce, l’unico giocatore in grado di accendere un po’ di speranza. Oggi Kovacic è una riserva di lusso e quando entra in campo non sembra più in grado di cambiare il passo della squadra.

Domenica sera, per l’ennesima volta in questa stagione, l’ex Dinamo Zagabria è partito dalla panchina perchè gli è stato preferito Guarin. Nonostante prestazioni tutt’altro che convincenti, Mazzarri continua a schierare il colombiano sulla trequarti; una scelta discutibile viste anche le difficoltà di Kovacic a risultare subito decisivo quando entra in corso di partita. Nella sfida contro il Bologna ha fatto qualche buon passaggio, qualche cambio di fronte, ma nulla di più. Per larghi tratti del match è sembrato fuori dagli schemi e dal gioco anche se, quando aveva il pallone tra i piedi, si aveva sempre la sensazione che potesse nascere qualcosa.

Se è vero che Mateo potrebbe risultare decisivo con le sue accelerazioni quando le squadre si allungano e gli avversari cominciano ad accusare la stanchezza, non si può ignorare come dia il meglio di sè quando è nel vivo del gioco, avendo la possibilità di toccare tanti palloni e dettare i tempi della manovra. Difficile quindi che il giovane talento nerazzurro possa lasciare il segno giocando solo uno spezzone di partita; più probabile che la sua incisività cresca se schierato dall’inizio. Spesso, giocatori con simili caratteristiche hanno bisogno di prendere confidenza con i movimenti dei compagni e degli avversari per sviluppare al meglio il proprio gioco; leggere la partita in una manciata di minuti diventa impresa molto più ardua.

Nel prepartita di Bologna, il ds nerazzurro Piero Ausilio ha definito Kovacic il presente e il futuro dell’Inter ma l’impressione è che, al momento, il croato rappresenti solo una promessa per gli anni a venire. Mazzarri lo usa con il contagocce non lasciandogli lo spazio che meriterebbe per le sue indiscutibili qualità. L’Inter ha bisogno di una mente, di un genio in grado di inventare e Mateo Kovacic può essere tutto questo. Basta crederci.

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