Moratti: “Vendere la propria creatura non è facile, ma con Thohir siamo stati fortunati. Dopo il Triplete…”

Massimo Moratti ha rilasciato un’interessante intervista ai microfoni di RaiNews24, nella quale ha raccontato diversi aneddoti relativi alla sua Inter e al passaggio di consegne che ha visto Erick Thohir diventare il nuovo presidente del club nerazzurro.

Ecco le sue parole:

Stato d’animo oggi: “Cedendo l’Inter abbiamo fatto qualcosa di giusto. Sono dell’idea che bisogna sentirsi indispensabili mentre si fa una cosa, ma al tempo stesso bisogna capire il momento nel quale devi cedere tutto nelle mani di chi ha il tuo stesso entusiasmo e  può fare meglio. I tempi ormai sono cambiati”.

Quando è nata l’idea di cedere: “Nel 2010, un po’ dopo il triplete, ma soltanto adesso si è concretizzata.  Abbiamo avuto opportunità precedenti, ma questa ci è sembrata maggiormente interessante. Doveva essere una semplice partecipazione, è nato qualcosa di più…”.

Su Thohir: “E’ un lavoratore, una persona attiva ed attenta. Durante il primo incontro mi ha impressionato positivamente, ma ad ogni visita la mia stima aumentava. E’ simpatico e ci sa fare nella comunicazione, un aspetto da non sottovalutare nel calcio. Siamo stati fortunati”.

Calciatore amato di più: “Tutti sanno che è Recoba, aveva più mezzi di quello che esprimeva in mezzo al campo. Dava sempre l’impressione di poter dare ancora di più nelle partite successive”.

Ronaldo: “Quando l’ho acquistato è venuto a casa e dopo 5 minuti aveva imparato tutto ciò che succedeva in casa mia. Così ho capito perché in campo capiva tutto velocemente…”.

Mancini: “Tutto nacque da una maglia che mi regalò con lo scudetto dell’Inter dicendomi: “Se vengo da lei ricominciamo”. Alcuni lati del suo carattere sono difficili, ma fa parte dei vincenti essere così”.

Mourinho: “E’ speciale, è capace, ha una capacità comunicativa speciale. Tutto ciò che fa è calcolato per vincere, il suo segreto è essere un grande lavoratore”.

Il momento più emozionante e quello più difficile:Il più difficile è questo, perché devi vendere una tua creatura a persone che siano capaci e che rispettino le esigenze dei tifosi. Ma anche entrare nell’Inter è stato un momento difficile, una scelta pazza non condivisa da tutta la famiglia. Il più bello è la coppa dei campioni, ma è una felicità non totale perché pensi sempre al domani e a quello che c’è da fare”.

Calciatori stranieri. “Ora abbiamo anche un presidente straniero (sorride, ndr). Non ho mai visto differenza tra italiani e stranieri. Per me Zanetti è italiano, Ronaldo era italiano. Erano utili e necessari ad elevare il livello societario. E’ una polemica che non ho ancora compreso…”.

Calcio italiano in mano agli stranieri: “Che gli stranieri vengano e apprezzino il nostro calcio è un bene. Abbiamo come calcio italiano caratteristiche positive, ma dobbiamo aprirci all’estero.

Famiglia: “Le stesse persone che avevano avuto paura quando ho preso l’inter ora sono dispiaciute, perché la vedono come una propria creatura nella quale c’erano ancora tante opportunità di crescita, oltre al fattore affettivo”.

Futuro: “Troverò altro che emotivamente mi riempirà la vita”.

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