Destini opposti per i reduci del Triplete: Milito e Samuel verso l’addio, Zanetti e Cambiasso…

Tante novità in casa Inter, ora c’è poco tempo per pensare al passato. L’arrivo di Erick Thohir al comando dell’armata nerazzurra ha portato freschezza, economica e non solo. La nuova squadra sarà costruita su giovani di prospettiva, con ingaggi ridotti al fine di preservare la sostenibilità economica del club. Anche per questo, il Triplete sembra oggi un ricordo lontano, l’apice della presidenza appassionante e “spendacciona” di Moratti: pare che, per i giocatori che salirono sul tetto d’Europa, sia arrivato il fatidico momento di dare il loro commiato alla maglia nerazzurra.

E’ questo il destino che spetta ai grandi, nessuno escluso. Bisogna, infatti, ritirarsi prima o poi e appendere gli scarpini al chiodo, o quantomeno lasciare un club come l’Inter dove sarebbe troppo impegnativo reggere certi ritmi. Capiterà a due pilastri della gloriosa compagine di Mourinho, come il muro Samuel e il principe Milito. Solo a pensarlo vengono i brividi, ma è quello che molto probabilmente i tifosi dovranno sopportare al termine della stagione in corso: i guai fisici che li hanno colpiti ultimamente non lasciano altra strada. Lo stesso succederà a Chivu, pronto a salutare la Beneamata dopo l’ennesimo recupero da un infortunio.

Per i due argentini si prevedono futuri diversi. Samuel potrebbe terminare la sua carriera quest’anno, lasciandosi dietro il ricordo dei bellissimi momenti passati con i colori nerazzurri. Per Milito, invece, troppo innamorato del pallone per chiudere il suo percorso dopo una stagione travagliata, potrebbero aprirsi le porte del Racing Avellaneda, il club argentino da cui tutto ebbe inizio e dal quale è partita ufficialmente la lunga scalata fino alla magica notte di Madrid.

Destini opposti per altri due componenti della colonia albiceleste: stiamo parlando di ZanettiCambiasso, destinati a rimanere all’ombra del Duomo. Il capitano dovrebbe restare per un altro anno, mentre per qualche stagione in più il Cuchu, pronto a raccogliere la pesante eredità del suo connazionale. Saranno loro a rappresentare la storia e i valori nerazzurri dopo l’addio degli altri reduci del triplete, una sorta di garanzia dalle tetri sfumature dell’oblio.

Perdere tutti i “senatori”, come spesso vengono definiti questi giocatori di grande esperienza e carisma, sarebbe un errore. Lo ha mostrato di recente il Milan, quando gli addii di Gattuso, Nesta, Inzaghi e Seedorf scossero gli equilibri dello spogliatoio lasciando Allegri in balia di “creste selvagge”. I giocatori che rappresentano la storia del club meritano ben altro, Moratti lo sa e ha trattato di conseguenza gli eroi del 2010, peccando a volte persino di eccessiva generosità.

Anche per questo la nuova Inter che nascerà non potrà fare a meno, almeno inizialmente, delle sue bandiere. In tempo di grandi novità è bene non lasciarsi spazzare via dal vento del cambiamento. Sarà saggio tenersi stretti questi giocatori nel futuro prossimo: ancore della storia nerazzurra per la nave in alto mare.

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