Atalanta-Inter 1-1, la lavagna tattica

analisi tattica Atalanta InterL’Inter ritorna da Bergamo con un punto che le consente di conservare l’inviolabilità esterna e che le lascia in eredità il terzo pareggio esterno consecutivo. Una partita giocata sul filo dell’equilibrio e dell’incertezza in cui la squadra di Mazzarri avrebbe potuto prevalere o soccombere a seconda di punti di vista ed episodi. Il tecnico interista ritrova Handanovic dopo la squalifica, rilancia Samuel al centro della difesa e riconferma Alvarez come interno sinistro per lasciare spazio a Kovacic sulla trequarti avanzata. Colantuono, dal canto suo, spiazza tutti coloro che attendevano il consolidato 4-4-1-1 proponendo una difesa a 3 (come da consuetudine ogni volta che deve fronteggiare le squadre del tecnico ex Napoli, ndr) ed un modulo quasi speculare alla squadra avversaria, con l’unica eccezione di un centrocampo che presenta un triangolo capovolto (3-4-1-2 opposto al 3-5-1-1).

L’ANALISI TATTICA

COSA HA FUNZIONATO – Su un campo ostico, insidioso, reso ancora più pericoloso dalle condizioni atmosferiche, l’Inter ha giocato la sua solita gara volenterosa e coriacea. I nerazzurri hanno dato l’idea di essere una squadra organizzata e compatta a cui basta un guizzo per trovare la via della rete. Tra le note più positive sicuramente la prestazione difensiva di un Rolando che, considerato fino a poco tempo fa quasi come un oggetto misterioso, sta convincendo per caratura, senso della posizione, tecnica individuale e scelta di tempo. Molto positivo il battesimo stagionale di Samuel che ha concesso soltanto una piccola incertezza, anche se purtroppo fatale. Buono lo sfruttamento di alcuni meccanismi offensivi che prevedono l’abbassamento del trequartista e il contemporaneo inserimento di uno o di entrambi gli interni (come in occasione del goal di Alvarez). Apprezzabile il lavoro di Jonathan che sul binario destro, soprattutto nel primo tempo, ha garantito corsa, spinta e soluzioni offensive. Molto positivo l’ingresso in gara di Icardi che ha aumentato considerevolmente il peso specifico dell’attacco e la pericolosità del reparto avanzato.

COSA NON HA FUNZIONATO – Terzo pareggio consecutivo in trasferta e terza rimonta consecutiva subita in trasferta. La compagine di Mazzarri deve acquisire maggior cinismo, maggiore freddezza e maggiore personalità nel conservare il risultato di vantaggio. Mazzarri si aspettava dalla gara con l’Atalanta il salto di qualità che non è arrivato nè dal risultato nè dal gioco. L’Inter è sembrata molle nelle gambe e nelle idee. I nerazzurri non sono riusciti a riproporre l’intensità e la pressione dimostrate contro il Verona, un pò per i meriti di un avversario in palla e un pò per l’affiorare di un pizzico di stanchezza. Il centrocampo interista è sembrato essere in balia di quello atalantino: la mediana di Mazzarri è arrivata in ritardo su quasi tutte le seconde palle, non è riuscita a pressare e ad accorciare in maniera omogenea e compatta, ad assicurare raddoppi e coperture e a sporcare le diagonali di passaggio atalantine. L’Inter è stata messa sotto soprattutto fisicamente e, a tratti, tatticamente. A Colantuono, infatti, è bastato piazzare Maxi Moralez alle spalle di Denis e Livaja per scompigliare le certezze della fase passiva nerazzurra. I movimenti indecifrabili e continui a creare superiorità numerica sugli esterni del fantasista argentino hanno frastornato Cambiasso che si è visto costretto ad abbandonare il timone del centrocampo. Ne è conseguito che la linea mediana interista si sia sfaldata e sfilacciata perdendo uomini e distanze. Sarebbe bastato, a nostro modesto avviso, abbassare Kovacic, portandolo in linea con il Cuchu, ed avanzare Guarin in coppia con Alvarez alle spalle di Palacio in un ridisegnato 3-4-2-1. In questo modo si sarebbe evitata la parità numerica negli ultimi 20 metri difensivi e si sarebbe fatta più densità. Come già successo con il Verona, poi, troppo facile per squadre che schierano una prima punta forte fisicamente e brava spalle alla porta dare palla al riferimento centrale per favorire il gioco a due o a tre. In queste occasioni servirebbe più convinzione nei movimenti ad accorciare. Male la corsia di sinistra e male la gestione di alcune palle in uscita che hanno portato a situazioni rischiose da evitare per non regalare reti alle squadre avversarie.

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