Kovacic ancora sacrificato da Mazzarri, ma questa Inter ha bisogno della sua classe

Mateo Kovacic ancora sacrificatoIn questo inizio di stagione si erano create aspettative importanti nei suoi confronti, ma Mateo Kovacic sta stentando oltremodo a farsi largo tra le scelte di Walter Mazzarri. Diversi fattori infatti hanno fatto sì che il talento croato non riuscisse ad imporsi come avrebbe voluto nel nuovo impianto di gioco nerazzurro. In estate un problema muscolare lo escluse praticamente da tutta la preparazione, condizionando il suo inserimento nel 3-5-2 del tecnico toscano, mentre adesso una serie di circostanze sfavorevoli non gli hanno permesso di esprimersi al massimo.

Anche nel match di ieri sera all’Olimpico di Torino pareggiato 3-3 da un’Inter tutta cuore e grinta, Kovacic è stato sostituito dopo pochi minuti per lasciar spazio a Carrizo in seguito all’espulsione di Handanovic, reo di aver causato il calcio di rigore poi fallito da Cerci. Mazzarri non ci ha pensato su due volte a fare a meno del talento croato. L’allenatore nerazzurro si è trovato davanti a due scelte: togliere un centrocampista, quindi uno tra Kovacic e Taider, oppure sostituire un centrale di difesa arretrando Jonathan e Nagatomo per passare a una difesa a quattro. Non volendo fare a meno della sua impostazione tattica, probabilmente anche per non stravolgere completamente l’assetto della squadra ormai abituata a lavorare col terzetto difensivo, il tecnico di San Vincenzo ha negato così ancora una volta la possibilità a Kovacic di esprimere tutte le sue potenzialità.

In questo inizio di campionato il giovane croato è sceso in campo dal primo minuto appena in tre occasioni, riuscendo di rado a risultare decisivo, probabilmente anche per la scarsa fiducia respirata. Inizialmente studiato per fare la mezzala, contro il Torino Kovacic è stato proposto alle spalle dell’unica punta Palacio, libero di svariare su tutto il fronte d’attacco alla ricerca del varco giusto per inserirsi e lanciare a rete il Trenza.

L’ex Dinamo Zagabria ha lasciato il campo scuro in volto, forse anche perché si aspettava una scelta diversa da parte di Mazzarri che, per paura che la squadra si sfilacciasse, ha rinunciato all’uomo con più classe, ma anche all’unico in grado di fare gioco e creare superiorità. Considerando poi la condizione mentale di Mateo, un’iniezione di fiducia avrebbe forse fatto meglio del punto guadagnato.

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