Zanetti: “Tornerò a novembre, poi vorrei fare il dirigente. L’era Moratti non è finita perchè…”

Moratti ZanettiUn supereroe vestito di nero e d’azzurro. Che il suo nome fittizio sia “Capitan d’acciaio” o “Uomo bionico” poco importa, perchè ciò che lo contraddistingue maggiormente è la dedizione assoluta alla causa interista. Il suo raggio d’azione è un rettangolo verde e i suoi poteri consistono nel fermare le lancette del proprio orologio biologico, che non gli impedisce di correre e dribblare come se avesse una decina d’anni in meno. Il 28 Aprile 2013 rappresenta il classico incidente di percorso che, in ogni storia dal lieto fine, prova a scardinare le certezze dell’eroe. La rinuncia alla propria missione, però, non è un finale contemplato da Javier Zanetti che, probabilmente, dovrebbe ritornare ad indossare fieramente la sua divisa nerazzurra a novembre per concludere al meglio un’avventura lunga diciotto anni.

Ospite della trasmissione “Otto e mezz”o, in compagnia della conduttrice Lilli Gruber e del giornalista Beppe Severgnini, il capitano della Beneamata si è espresso su innumerevoli temi legati alla propria vita e alla sua gloriosa carriera:

Qual è il tratto principale del suo carattere? E quale il difetto più grande?

La positività: l’essere sempre positivo in tutto. Il mio difetto principale è l’essere spesso impaziente“.

Quale partita avrebbe il desiderio di rigiocare?

Quella del 5 maggio“.

L’avversario più forte che ha incontrato?

Kakà“.

Roberto Baggio diceva “il mio kharma è la sofferenza”. Qual è il suo?

L’affetto delle persone che mi circondano“.

La tentazione cui non riesce a resistere?

L’asado, ovvero la carne alla griglia che facciamo in Argentina“.

Il luogo del cuore?

E’ Il Lago di Como“.

Il suo film preferito?

Amarsi“.

Ha un rito prima di andare a dormire?

Faccio sempre delle preghiere“.

La cosa che detesta di più in una persona?

Sicuramente la falsità“.

Qual è il suo attuale stato d’animo?

Molto buono“.

L’Inter è stata definitivamente venduta a Thohir. E’ finita un’epoca?

Credo di no. Si continua con delle persone nuove e il nostro Presidente ha visto in loro delle qualità importanti per portare avanti questa società“.

Pensa che la situazione italiana assomigli a quella che ha portato il suo Paese alla bancarotta?

Io mi auguro di no. E’ vero che ci sono tanti problemi, ma la la realtà dell’Argentina era molto più grave“.

Se fosse un imprenditore investirebbe in Italia?

L’ho fatto già, ho investito in Italia e continuerò a farlo. Credo molto in questo Paese, bisogna avere fiducia nonostante le attuali problematiche“.

Che problemi ha Mario Balotelli?

“Mario deve trovare un certo equilibrio, deve stare più tranquillo e fare quello che sa fare meglio. E’ un bravo ragazzo e sbaglia come abbiamo fatto tutti, ma deve controllarsi”.

Cosa non le piace di Tardelli?

Semplicemente è stato l’allenatore con cui ho legato di meno, ma niente di personale“.

E Lippi?

“Nel mio libro racconto tanti aneddoti, ma sempre con il massimo rispetto”.

Come avete lavorato con Gianni Riotta nell’ambito della tua autobiografia?

“Gli ho raccontato tutto, lui è venuto anche in Argentina a conoscere il mio Paese e il luogo in cui sono nato. E’ stata davvero una bella esperienza”.

“Si è in campo come nella vita” diceva Nereo Rocco, è d’accordo?

“Si sono d’accordo, quello che fai in campo è il riflesso di quello che fai nella vita”.

Nel suo libro ha scritto che Mourinho è stato il miglior allenatore che ha conosciuto…

“E’ un allenatore di grande personalità ed è un vincente. Cura ogni minimo dettaglio e questo per una squadra che vuole vincere è fondamentale”.

Lei ha scritto che per i milanisti è importante apparire. Questo vale anche per il loro Presidente?

“No, quello che ho detto corrisponde ad una mia sensazione. Ho il massimo rispetto per una persona importante come Berlusconi”.

L’era di Moratti è finita. E quella di Berlusconi?

“L’era Moratti non è finita, perchè lui rimane in società e nutrirà sempre i suoi sentimenti per l’Inter. E lo stesso vale per Berlusconi riguardo ciò di cui si occupa”.

Le curve italiane sono più cattive e razziste di quelle argentine?

“L’ambiente argentino è un ambiente molto caldo. Io sono del parere che le curve italiane non siano cattive come le si definiscono”.

Nel calcio non c’è troppa tolleranza per gli episodi di razzismo?

“Purtroppo questi episodi si sono ripetuti più volte e arriverà il momento che tutto questo finisca. Non si può andare avanti in questa maniera. Bisognerebbe avere delle idee chiare e portarle avanti fino in fondo. L’importante è che ci siano delle regole per far si che i tifosi si godano lo spettacolo in campo, come succede già in Inghilterra”.

Cosa si vede in campo che gli spettatori non vedono?

“In campo c’è tanto agonismo. Tanta passione e voglia di fare e, spesso, dagli spalti tutto ciò non si percepisce allo stesso modo”.

Quando è previsto il suo ritorno in campo?

“Io mi auguro a novembre. Siamo nella fase finale del recupero e spero di rendermi utile per la squadra già dal prossimo mese”.

Questo campionato può essere il suo “ultimo giro di tango”?

“E’ una scelta che va ponderata molto bene. Sinceramente, per ora, l’unico mio pensiero è ritrovare il piacere di tornare in campo. Dopo valuterò per capire se posso ancora tornare utile”.

E dopo il ritiro dal calcio giocato?

“Spero di continuare il mio legame con la famiglia Inter, non come allenatore ma come dirigente”.

Crede che qualcuno dei suoi figli intraprenderà la sua stessa carriera?

“Forse il più piccolo. Corre spesso dietro un pallone. ma loro dovranno scegliere ciò che sentono e io li aiuterò”.

Lei afferma di possedere un filo di pazzia. Come si manifesta?

“Attraverso la musica. Quando canto e sono a casa da solo riesco a scatenarmi”.

Quali sono le possibili tentazioni per un giocatore?

“Quando arrivai all’Inter avevo vent’anni e Milano ti offre tante tentazioni. A quel punto devi essere intelligente, equilibrato e le tue scelte dipendono anche dalle persone che hai accanto. Milano è piena di discoteche, si può far tardi, ma per il mestiere che facciamo bisogna stare molto attenti. Il mio equilibrio dipende dall’educazione che mi ha dato la mia famiglia e avere accanto mia moglie è fondamentale”.

Come descriverebbe sua moglie Paula?

“E’ molto semplice e generosa e mi è sempre stata vicina in ogni momento. Ho dedicato il mio libro a lei e ai miei bambini, perchè sono coloro che mi hanno reso felice”.

Cosa vi siete detti con Papa Francesco?

“E’ stato un momento emozionante, anche perchè ho avuto l’opportunità di portare con me la mia famiglia. Abbiamo parlato di tante cose, soprattutto legate alla nostra comune origine. Papa Francesco è una persona con un cuore enorme e con una semplicità unica”.

 

 

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