Diciotto anni di sofferenze, vittorie e molto altro. Grazie di cuore Presidente!

Grazie di cuore Presidente Champions 2010Da quel 25 febbraio 1995 sono passati esattamente 18 anni e 8 mesi, quando Massimo Moratti divenne ufficialmente presidente dell’Inter prelevando la società da Ernesto Pellegrini. Figlio di Angelo, presidente della Grande Inter di Helenio Herrera, Massimo si è laureato alla Luiss Guido Carli in scienze politiche e, sin da giovane, ha sempre mostrato un grande amore nei confronti della Beneamata.

Un amore trasversale, ereditato dal padre e, talmente forte, che è stato trasmesso anche ai figli Maria Celeste, Angelomario, Maria Carlotta, Giovanni e Maria. Dopo aver vissuto da tifoso le vittorie di papà Angelo negli anni ’60, Massimo decise di ripercorrere le sue orme scendendo in campo in prima persona, facendo dell’Inter il giocattolo di famiglia. Un vizio da cui è difficile guarire, perché rappresenta qualcosa che va al di là dello sport.

I primi anni di presidenza furono i più difficili. Infatti, nonostante le ingenti somme di denaro investite, i nerazzurri conquistarono solo una Coppa UEFA nella stagione 1997/98 grazie ad uno strepitoso Ronaldo. La storia e la giustizia, insegnano poi che gli scarsi successi sportivi ottenuti in quegli anni, non furono attribuili solo agli errori di Moratti e dei suoi dirigenti. Nonostante un decennio avaro di successi, il Presidente continuò a sognare e a far sognare i propri tifosi. La voglia di portare i colori nerazzurri sul tetto del mondo quasi mezzo secolo dopo papà Angelo, era molto forte.

Nel 2004, l’arrivo in panchina di Roberto Mancini aprì un ciclo di vittorie. Risalgono al tecnico di Jesi la conquista di 3 scudetti2 Coppe Italia e 2 Supercoppe italiane. La striscia di successi proseguì con José Mourinho, che fu capace di portare nella bacheca nerazzurra, dal 2008 al 2010, altri 2 scudetti1 Coppa Italia1 Supercoppa italiana ma soprattutto la Champions League, a 45 anni di distanza dal precedente successo. L’Inter di Massimo divenne così la prima squadra italiana (la sesta in Europa, ndr), a centrare il cosiddetto Triplete nell’arco di una sola stagione. Le successive gestioni Benitez e Leonardo, arricchirono la presidenza Moratti di altri tre successi: la Supercoppa italiana, il Mondiale per club, conquistati dallo spagnolo, e la Coppa Italia vinta dal brasiliano.

La voglia e il desiderio di conseguire nuove vittorie, nel cuore di Moratti non sono mai tramontati. Dopo anni di investimenti però, e con il Fair Play Finanziario introdotto dal Comitato Esecutivo UEFA, il presidente nerazzurro si è visto costretto a limitare le spese. Inevitabilmente, i risultati sportivi sono venuti a mancare. Di errori Moratti ne ha commessi e la sua gestione non si può certo definire impeccabile, ma il suo amore per il club, gli sforzi soprattutto economici profusi e l’integrità morale sempre dimostrata, ne fanno un simbolo assoluto dei colori nerazzurri.

Riprendendo quel discorso cominciato da papà Angelo negli anni ’60, Massimo ha permesso ai Moratti di diventare la famiglia più vincente della storia dell’Inter, collezionando i 2/3 dei trofei complessivi conquistati. Così come papà Angelo verrà ricordato per la Grande Inter, Massimo passerà alla storia per il Triplete. Ma il sentimento che lega all’ormai ex patron nerazzurro va al di là dei trionfi. Sono stati proprio il suo modus operandi e i suoi valori di onestà e lealtà a lasciare il segno, in linea con quello che è sempre stata l’Inter. Anche il progetto di Inter Campus testimonia tutta la bontà di un uomo tutto d’un pezzo e, come si dice a Milano, col cor in man.

Massimo Moratti lascia così l’Inter nelle mani di Thohir e soci, restando il presidente più titolato della storia della Beneamata con 16 trofei conquistati in diciotto anni. Grazie di cuore Presidente.

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