Icardi: “Arrivare all’Inter è una tappa importante. Ho lasciato il Barça perchè…”

Mauro Icardi allenamento Appiano 2Fresco di convocazione nella nazionale argentina e reduce dal gol contro il Cagliari, Mauro Icardi ha rilasciato un’intervista al programma argentino “Sello de futbol”, trasmesso dalla televisione della sua città natale, Rosario.

Città dove è cresciuto e dove – dice – “ho tutto, famiglia, amici, il mio primo tecnico. Quando posso vengo, perché mi manca molto”. Quando arrivò la chiamata del Barcellona, dovette andare in Spagna da solo; confessa che fu dura e che sentì molto la mancanza dei propri genitori.

Parlando dell’aspetto sportivo della sua esperienza sulle Ramblas, Maurito sostiene che la forza del club blaugrana sia la massima attenzione dedicata a tutte le squadre della cantera: “Si lavora sempre nella stessa maniera in tutte le categorie, come si fa in prima squadra”.

Icardi racconta anche il suo rapporto con il concittadino Messi, che si mise subito a disposizione per aiutarlo a integrarsi nel gruppo. Malgrado ciò, il salto in prima squadra fu troppo complicato; per questo decise di andarsene, anche perché “gli attaccanti del Barcellona non hanno le mie stesse caratteristiche. Io sono un attaccante d’area, che gioca bene le palle alte, mentre il Barcellona gioca palla a terra”.

Tanti gli idoli da prendere come esempio: su tutti Gabriel Omar Batistuta, ma anche Samuel Eto’o, un altro numero 9 che fece sognare la Nord. Quando Maurito sbarcò in Italia, aveva già in mente il primo obiettivo da raggiungere: doveva assolutamente giocare in prima squadra. Con la maglia della Sampdoria ci fu l’esordio e la prima stagione da titolare in Serie A (condita da 10 reti), poi arrivò la chiamata dell’Inter: Passare in nerazzurro è qualcosa di importante. E’ stata una tappa da sfruttare anche per raggiungere la Seleccion”.

E, proprio sulla nazionale albiceleste, ribadisce: “Ho sempre detto che avrei indossato la maglia del mio Paese, anche se mi hanno chiamato per far parte della nazionale italiana. Sono argentino, mi sento argentino, e questa è la maglia che voglio difendere.

 

Simone Calice

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