La guerra dei bilanci: ecco tutta la verità sulle cifre del mercato nerazzurro

mercato nerazzurroAlle ore 23 di lunedì 2 settembre si è chiusa ufficialmente la sessione estiva del calciomercato 2013 e, come consuetudine, dai primissimi istanti successivi al “gong” di chiusura delle trattative si sono scatenate le penne di critici ed “esperti” per tirare le somme sulle operazioni concluse dai club del nostro campionato.

Al di là dei giudizi tecnici, che potranno essere avvalorati o smentiti solo dal responso del campo, ci sono degli elementi oggettivi che meritano alcune precisazioni. Tra questi c’è sicuramente il bilancio tra entrate e uscite; un dato che, in tempi di fair play finanziario, è diventato argomento di discussione anche tra semplici tifosi.

A tal proposito hanno fatto parecchio discutere le cifre pubblicate da molti quotidiani (tra cui La Gazzetta dello Sport e il Corriere della Sera) sul mercato dell’Inter (tema sensibile, vista la politica di austerity intrapresa dalla società): si è parlato, infatti, di un bilancio in rosso per oltre 40 milioni di euro; un passivo che, tuttavia, non trova riscontro nei fatti.

Partendo dal presupposto che, nel calcio di oggi, fare i conti in tasca a un club in maniera fedele è diventato quasi utopia – tra bonus legati alle prestazioni, risparmi sul monte ingaggi (basti pensare all’operazione Belfodil-Cassano) e formule sempre più fantasiose di compravendita – ci sono delle correzioni doverose da fare.

Tralasciando gli arrivi a parametro zero di Carrizo, Andreolli, Campagnaro e Botta, l’Inter ha concluso a gennaio gli acquisti di Diego Laxalt (2,3 milioni) e Mauro Icardi (acquistato a titolo definitivo, ma per il quale attualmente sono stati versati solo 6,5 milioni a titolo di comproprietà; la seconda tranche verrà corrisposta solo nella prossima stagione). In estate, poi, i dirigenti nerazzurri hanno riscattato definitivamente Gaby Mudingayi (750 mila euro), Samir Handanovic (7,5 milioni di euro) e Matias Silvestre (pagando la prima delle tre rate da 2 milioni di euro concordate da Moratti e Zamparini), strappato i prestiti di Rolando e Wallace, rispettivamente da Porto e Chelsea, e acquistato in comproprietà Ishak Belfodil (7,5 milioni) e Saphir Taider (5,5 milioni). Per una spesa complessiva di 32 milioni circa.

Di contro, grazie alle cessioni di Giulio Donati (3 milioni), Luca Caldirola (riscattato per 750 mila euro e poi ceduto per 2,5 milioni), Matteo Bianchetti (in comproprietà con il Verona per 500 mila euro), Marco Davide Faraoni (riscattato dall’Udinese per 1,5 milioni) e ai prestiti di Alfred Duncan (500 mila euro) e Matias Silvestre (1 milione), Branca e Ausilio hanno alleggerito il conto finale di poco più di 8 milioni.

Il rosso totale si attesta quindi sui 24 milioni di euro, una cifra che si avvicina alle statistiche fornite dalla redazione di Sky Sport (e confermate dal sito Transfermarkt.it) e che sconfessa i dati raccolti dagli altri media. Incongruenze che gettano più di qualche ombra sulle considerazioni espresse da chi preferisce cavalcare l’onda umorale dei tifosi piuttosto che essere semplicemente al servizio dell’informazione. Gli stessi che hanno etichettato Ricky Alvarez come un “bidone” da 11 milioni di euro, costringendo l’argentino a rispondere ad aspettative più grandi dei 5,5 milioni (più bonus mai raggiunti) investiti per portarlo in Italia.

Alessandro Suardelli

(Twitter: @AleSuardelli)

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