Bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto? L’analisi del mercato estivo nerazzurro

Icardi e BelfodilNiente fuochi d’artificio, niente “botti” dell’ultim’ora, tutto come previsto. Il mercato dell’Inter, storicamente avaro di emozioni last minute, tranne qualche eccezione (vedi Forlan e Zarate nell’estate 2011), anche quest’anno ha confermato la sua tendenza: giocatori acquistati con discreto anticipo, colpi mirati a puntellare la rosa nelle ultime due settimane di agosto, nessuna sorpresa dell’ultimo giorno.

Si poteva fare meglio, obietteranno i più scettici; si è fatto quel che si poteva, verrebbe da dire, sebbene alcune lacune non siano del tutto state colmate. Acquisti mirati a rinforzare una rosa un po’ allo sbando dopo il nono posto del passato campionato, ma pochi soldi da spendere per regalare un sussulto ai tanti tifosi interisti.

Difficile dare un voto alla campagna acquisti dello staff nerazzurro, visto che il “cantiere Inter”, purtroppo o per fortuna, è ancora aperto; ci si può limitare ad analizzare cosa è stato (o non è stato) fatto e cosa si sarebbe potuto fare, anche se con i “se” e con i “ma” non si scrive la storia.

L’Inter ha operato con intelligenza nel reparto arretrato, acquistando a parametro zero uno dei migliori difensori per rendimento delle ultime stagioni, ossia Hugo Campagnaro e due jolly difensivi affidabili come Andreolli e Rolando, il primo a zero euro, il secondo in prestito. Il tutto, unito alla cessione a titolo temporaneo dei baby Bardi e Mbaye, rende la retroguardia interista un elemento solido su cui scommettere per il presente e per il futuro.

Anche la mediana, dopo la debacle del 2012/2013, è stata rinvigorita con l’innesto di Taider, sebbene la sensazione è quella di aver fatto ancora troppo affidamento per il ruolo di vertice basso su un Cambiasso con infiniti chilometri nelle gambe e logorato da anni di battaglie e trionfi. La rinascita di Alvarez, la classe di Kovacic e la voglia di consacrazione di Guarìn potrebbero sopperire in maniera adeguata alla lentezza del Cuchu e di Kuzmanovic, rimasto a Milano nonostante le tante indiscrezioni su una sua partenza.

I problemi potrebbero nascere sulle corsie; potrebbero, perchè Jonathan e Nagatomo visti in queste due giornate sembrano la versione nerazzurra di Maggio e Zuniga, due esterni che hanno fatto grande il Napoli targato Mazzarri. I dubbi rimangono, visto che l’anno scorso il povero Stramaccioni dovette fare i salti mortali per sopperire alle lacune sulle corsie e che quest’anno è stato aggiunto solamente il baby Wallace. Per tradizione Mazzarri è un allenatore che ottiene il meglio dai propri uomini, ma forse un piccolo aiuto in questa zona del campo sarebbe stato gradito.

Altra perplessità riguarda l’attacco, non tanto per la qualità dei giocatori, ma per la sensazione di aver avuto troppa “fretta” nello spendere i (pochi) soldi a disposizione: Icardi e Belfodil sono due giocatori dal grande futuro, ma forse sarebbe bastato solamente uno dei due, probabilmente l’italo-argentino, destinando i fondi a un giocatore di fascia (Isla?) e “accontentandosi” di un bomber d’emergenza low cost pronto ad accettare la panchina per dare un maggior minutaggio all’attuale numero 9.

Tirando le somme, non si può bocciare il mercato nerazzurro, visti i tanti giovani di qualità approdati a Milano e gli affari intelligenti per quel che concerne la difesa, ma non lo si può nemmeno promuovere a pieni voti, visto che un rinforzo in mediana e uno sugli esterni avrebbero fatto comodo.

Conviene pazientare, cercando di capire quale possa essere il reale valore della nostra squadra e ostentando fiducia e ottimismo, perche almeno loro, nonostante la crisi e i pochi soldi, continuano a non costare nulla.

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