Verso Catania-Inter, l’identikit della squadra di Maran

identikit CataniaDopo l’esordio positivo e convincente di San Siro contro il Genoa, la nuova Inter di Mazzarri, per il secondo turno di campionato, è attesa dal difficile incontro del Massimino contro l’insidiosissimo Catania di mister Maran. Una squadra, quella etnea, sempre ostica tra le calde mura amiche, capace di mettere alle corde addirittura l’Inter stravincente dello Special One.

Il Catania attuale, degna proiezione del fresco progetto lanciato dai vari Zenga, Mihajlovic e Montella, è squadra rodata, spregiudicata e coriacea. Il tecnico Maran, arguto ed esperto, dopo tanta gavetta nelle serie minori, ha subito plasmato la squadra siciliana a sua immagine e somiglianza riuscendo da subito a dare una precisa identità alla propria compagine. Pochi concetti ma chiari, inseriti in una visione tattica camaleontica: la base di partenza è un brioso 4-3-3 che si traveste, spesso, in un 4-2-3-1.

Davanti al nazionale argentino Andujar agiscono l’argentino Alvarez come esterno difensivo destro, due tra Bellusci, Legrottaglie e Spolli come difensori centrali e il neoacquisto Monzon (argentino ex Boca) come laterale difensivo mancino. A centrocampo, il regista che ha dovuto raccogliere la pesante eredità di Francesco Lodi è il greco Tachtsidis, ex di Verona e Roma. Intorno alla sua sapiente regia, il tecnico di Rovereto ha costruito un centrocampo completato dai vari Almiron, Biagianti, Izco e il classe ’90 Freire (buon talento ex Velez).

E’ in attacco che il team del patron Pulvirenti libera tutta la sua fantasia e la sua pericolosità, nonostante la partenza del Papu Gomez verso le fredde ma prospere sirene ucraine del Metalist. La punta di riferimento è sempre il Toro Bergessio, attaccante arcigno, prolifico, capace di fare reparto da solo e di sgomitare con tutte le difese italiane. Ai suoi lati si esalta il talento argentino dei vari Barrientos, Castro e dell’ultimo arrivato Leto (argentino prelevato dai greci del Panathinaikos). Completano il reparto Doukara, Keko, l’incognita Maxi Lopez e il giovanissimo Kingsley Boateng arrivato in prestito dal Milan.

L’architettura tattica di Maran prevede, spesso, varianti con il triangolo di centrocampo che si capovolge, con l’alternanza di un vertice alto ad un vertice basso. In quest’ultimo caso gli etnei propongono una coppia di mediani (due tra Tachtsidis, Almiron, Biagianti e Izco) alle spalle di una batteria di 3 trequartisti (Barrientos, Castro, Leto o l’avanzamento di Izco). Il navigato Maran, però, in passato, nell’affrontare squadre di vertice schierate con il 3-5-2 (Napoli di Mazzarri e Juve di Conte, ndr) ha stravolto il suo spartito tattico, cambiando vestito alla propria squadra e schierandosi a specchio con l’avversario.

In quel caso, si potrebbe immaginare una difesa a 3 con Bellusci o Rolin, Legrottaglie e Spolli, un centrocampo a 5 con Izco (Alvarez), Biagianti (Izco), Tachtsidis, Almiron (Barrientos) e Monzon, un attacco con Bergessio ed uno tra Barrientos e Castro ad agire alle sue spalle. Al di là di moduli e uomini, è l’atteggiamento del Catania a non mutare mai, rappresentando il valore aggiunto di una squadra matura e tenace che sa interpretare a memoria il credo calcistico del proprio allenatore.

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