L’importanza dei sincronismi del centrocampo targato Mazzarri

Alvarez Guarin allenamentoIl calcio d’estate, si sa, riscuote sempre un certo fascino, nonostante gli impegni per le squadre di Serie A (soprattutto per quelle più blasonate) non siano ancora test efficaci per capire la vera forza che queste potranno esprimere nel corso della stagione e quanto potranno accendere gli entusiasmi dei propri tifosi.

Gia, perchè il tifoso italiano, anche se sotto l’ombrellone, è sempre molto attento alle sensazioni che la propria squadra riesce a suscitargli fin dalle prime uscite stagionali. Se poi la squadra in questione ha avuto una variazione di guida tecnica, modulo e interpreti e ha il fascino dell’Inter, ecco che l’occhietto clinico dell’ammiratore nerazzurro diventa sempre più affinato e scrupoloso sul particolare.

In queste due settimane di duro lavoro, Walter Mazzarri ha insistito parecchio su quello che dovrà essere il leitmotiv del gioco nerazzurro per tutto l’arco della stagione, ovvero sulla capacità e abilità di allargare velocemente il gioco sulle fasce cercando di aprire il più possibile le maglie delle difese avversarie ed essere particolare incisivi nel reparto avanzato dove l’inserimento a turno di un centrocampista (in stile Hamsik, per intenderci) potrà essere l’arma in più soprattutto in alcune partite molto bloccate a livello tattico.

Per accelerare l’azione sugli esterni c’è bisogno di una certa armonia e capacità tecniche per arrivare coi giusti tempi sul fondo del campo avversario ed essere pericolosi come Mazzarri richiede spesso a gran voce; così, oltre a una buona circolazione di palla nel pacchetto arretrato, con il vertice basso a fare da scudo a possibili ripartenze avversarie, il vero ago della bilancia dovrà essere rappresentato dai due interni di centrocampo, che avranno il difficile compito di dare equilibrio e forza ad un settore che, a detta di molti addetti ai lavori, è il vero reparto vincente della maggior parte delle partite.

Le chiavi del centrocampo sono state affidate temporaneamente a Fredy Guarin e Ricky Alvarez che, durante il ritiro, hanno espresso entrambi un’ottima applicazione e spirito di sacrificio nel loro nuovo ruolo, abbinando contemporaneamente determinazione e fantasia, forza e qualità che saranno molto importanti, se confermate nel tempo, per una big come l’Inter.

Il giovane argentino e il possente colombiano sono apparsi tra i più attivi nel corso di questo ritiro regalando spesso azioni degne di nota fatte di assist invitanti, gol o inserimenti pericolosi molto apprezzati da Mazzarri; tutte qualità che sono intrinseche anche nel bagaglio tecnico e calcistico di Mateo Kovacic che, dopo il risentimento muscolare accusato in ritiro il 15 luglio, tornerà presto agli ordini del mister per occupare, molto probabilmente, da titolare fisso la posizione di interno sinistro di centrocampo.

Il tecnico livornese vede infatti il giovane gioiellino croato come il perno su cui costruire la nuova Inter, il giocatore in grado di dare grande fluidità al gioco e capace di superare spesso agevolmente il suo diretto avversario dando luogo ad un’improvvisa superiorità numerica, che risulterà molto interessante nello sviluppo dell’azione se coadiuvata coi giusti tempi e meccanismi dal resto della squadra.

Questo avverrà ovviamente, come detto anche dallo stesso Mazzarri, solo col tempo, con una conoscenza completa tra tutti i componenti della rosa e con l’assimilazione graduale degli schemi.

 

Claudio Brambilla

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