Cambiasso: “Moratti? Farà il bene dell’Inter. Stiamo mettendo delle basi forti. Il gioco di Mazzarri…”

Esteban Cambiasso ripetute PinzoloAi microfoni di Rai Sport per “La Domenica Sportiva”, Esteban Cambiasso ha risposto alle domande di Thomas Villa in vista della sua decima stagione in nerazzurro.

Lei è uno dei giocatori più esperti della rosa. Anzitutto come sta?

“Bene. Stanco, ma sto bene”.

Che Inter sta nascendo?

“Vedremo, ancora è difficile dirlo. Sicuramente stiamo mettendo delle basi forti. Abbiamo un allenatore che ha tanta voglia di fare bene e che sta cercando di trasmettere le sue idee e un gruppo che sta cercando di assimilarle il più in fretta possibile. Sappiamo che è vero che è un qualcosa che può nascere ma è altrettanto vero che in una Società come l’Inter i tempi non ci sono”.

Si è parlato molto del durissimo lavoro che vi ha fatto svolgere Walter Mazzarri in questo ritiro. Che tipo di lavoro è stato?

“Abbiamo lavorato bene. Difficile parlare perchè in ritiro si lavora sempre. Quello che ci aspettiamo è di ritrovarci questo lavoro quando conterà, quando la squadrà dovrà andare a mille nelle partite che contano”.

E’ stato un lavoro diverso rispetto agli altri anni? Avete fatto molta più corsa?

“Ogni allenatore ha il suo libro e anche Mazzarri ha portato il suo libro, fatto dell’esperienza maturata in tutte le squadre che ha allenato. E’ normale che creda nel suo modo di lavorare e noi cerchiamo di adattarci con tutte le nostre forze a quello che lui vuole. Ogni allenatore è diverso. Quello che noi possiamo fare è metterci a disposizione”.

Dall’esterno Mazzarri sembra un sergente di ferro. Lei che ha avuto molti allenatori ci può dire che tipo di tecnico è?

“E’ un allenatore che vuole fare il meglio per la sua squadra. Sicuramente ognuno ha la sua personalità che è diversa dagli altri. Per fortuna non siamo tutti uguali altrimenti sarebbe tutto molto più noioso. E’ soprattutto una persona che, nel suo ruolo, vuole fare il bene dell’Inter”.

C’è qualcosa che l’ha particolarmente colpita?

“Non sono uno che parla molto degli allenatori. Qualsiasi cosa positiva dicessi di lui mentre è il mio allenatore sarebbe interpretata come una cosa detta per fare bella figura. Quindi cerco di tenermi fuori da questo gioco”.

La difesa a 3 sembra la base del gioco di Mazzarri. Secondo lei come giocherete?

“Spero bene. Sicuramente c’è un modo di giocare che il mister porta avanti da anni, magari con qualche variazioni del vertice più o meno basso a centrocampo. Più o meno il suo credo è costituito dai 3 difensori centrali, da 2 esterni e molta velocità sulle fasce. Tutte cose le abbiamo sperimentato da avversari e adesso cerchiamo di assimilarle giocando per lui”.

Via abbiamo visto provare gli stessi movimenti più volte durante il ritiro: quanto potrà servire questo tipo di lavoro?

“Speriamo serva tanto. Sicuramente la ripetizione fa sì che uno possa meccanizzare i movimenti e capire e imparare anche a memoria i movimenti dei compagni. Questo sicuramente dà la possibilità di velocizzare il gioco. Se uno sa già dove si troverà il proprio compagno o dove riceverà il pallone allora può farti fare giocate più veloci e ti permette di guadagnare tempo rispetto all’avversario e nel calcio moderno vuole dire tanto”.

La Juventus è davvero troppo lontana come valore?

“Quella era la stagione scorsa. Ma l’unica cosa a cui serve la stagione scorsa è capire chi gioca la Supercoppa. L’ho sempre pensata così, anche quando arrivavo ai ritiri da campione d’Italia. Quello che hai fatto nella stagione precedente può contare solo nell’umore tuo o in quello dei tifosi. In questo gli interisti ci hanno dato una dimostrazione d’affetto incredibile o meglio non incredibile, perchè noi li conosciamo, ma sicuramente inaspettata da tanti. Hanno riempito Pinzolo per due settimane toccando picchi di affluenza altissimi nei 2 weekend. In tutto questo può incidere una stagione positiva o negativa, ma nel momento in cui inizia un campionato siamo tutti a zero punti e chi farà più punti vincerà”.

Quando giocavate con il Napoli di Mazzarri, quale era la cosa più difficile da fare dal punto di vista tattico?

“Questo non lo posso svelare altrimenti darei un vantaggio ai nostri avversari. Quello che posso dire è che sicuramente non erano partite facili”.

Che sensazione le lascia la possibilità che il presidente Moratti possa passare la mano e cedere una parte della società?

“Innanzitutto bisogna vedere se questo accadrà. Prima di parlare delle cose tante volte bisogna aspettare i fatti. Sono convinto che se lui dovesse prendere una decisione di vendere o meno, lo farà pensando prima al bene dell’Inter e poi al suo bene personale. Questo è per i tifosi interisti e per noi che lo siamo diventati, una garanzia”.

Quanto manca Javier Zanetti a questa squadra?

“Tanto. Lo teniamo sempre presente perchè ci sentiamo quasi ogni giorno. Per fortuna sta bene, la gamba sta migliorando come si prevedeva. Tra poco lo ritroveremo negli Stati Uniti. Sicuramente ci manca perchè lui è il faro in ogni ritiro che iniziamo, ma lo teniamo presente e credo che lo tenga presente anche tutta la gente qui nel ritiro di Pinzolo”.

Come sta la gamba di Diego Milito?

“La gamba di Milito si sta riprendendo così come quella di Mudingayi. Speriamo che entrambi possano tornare, non dico presto perchè non credo sia la parola appropriata per un infortunato, ma che possano tornare bene, in modo che possano tornare a dare quello che potevano dare prima dei diversi infortuni. Siamo fiduciosi e tutto lo staff medico sta lavorando con serietà e professionalità e così anche loro. Speriamo di averli non al più presto possibile ma piuttosto al meglio possibile”.

Appena un mese fa l’Inter sembrava in un declino praticamente inarrestabile. Se dovesse dire che cosa è cambiato in poco più di un mese che ha riportato entusiasmo e fiducia?

“Il calcio è così, è uno sport dinamico. Se mi metto a pensare che dalle stagioni spettacolari sono passati solo due o tre anni, sembra invece che ne siano passati dieci o quindici. Bisogna sempre cercare di rigenerare le forze e pensare agli obiettivi che hai davanti. Quello che è indietro non serve più, sia che si siano raggiunti i traguardi o che si sia fallito. E’ così da quando esiste il calcio. Quello che è cambiato nell’Inter è che è iniziata un’avventura nuova con tanti personaggi che ne hanno già vissute alcune o tante e con altri nuovi che cercheranno tutti insieme, nuovi e già vecchi in questa Società, di fare bene”.

Mazzarri ha detto che non firmerebbe per il terzo posto. Lei firmerebbe?

“Quello che posso dire è che nella storia del calcio si sono viste molte squadre partire dalla pole position del mercato e gli interisti lo sanno bene perchè per anni hanno vissuto pre-stagioni in cui erano i campioni in assoluto e questo scudetto non arrivava mai. Quindi non mi fido tanto delle pole position estive. Dove arriveremo si vedrà. L’ambizione di una Società come l’Inter e dei giocatori che indossano una o mille volte questa maglia è quella di voler vincere con questa maglia. Tutti devono capire che si scende in campo per vincere. Non si può partire con un obiettivo che non sia il più alto quando sei in una società come questa”.

Quindi l’obiettivo più alto è lo scudetto. Partite titolari con questa idea almeno nel cuore?

“Titolari io non ne ho. Quello che posso dire è che partiamo per vincere la prima partita, poi la seconda, la terza e così via”.

 

Fonte: inter.it

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